venerdì 16 ottobre 2015

Halloween: libri

Buongiorno!
Halloween è ormai nell'aria e sui social spopolano i consigli su costumi e party dell'ultima ora. Voi festeggiate Halloween? Siete di quelli contrari? O semplicemente non vi interessa?
Io abito in un piccolo paesino del nord, e qui le mode tardano ad arrivare e se Halloween ha colpito qualche gruppetto di ragazzini, non ha fatto altrettanto con gli adulti (quelli che gli dovrebbero dare le caramello), quindi suonare alla porta di qualcuno potrebbe essere fatidico.
Io non sono mai stata particolarmente attratta da questa festività tranne che per il lato horror, essendo un amante del genere. Adoro che a Halloween i negozi mi vendano una felpa con i pipistrelli, altrimenti introvabile e cose simili.

Se vi lasciate contagiare da questa atmosfera o se semplicemente vi piace un pizzico di orrore di tanto in tanto, ecco qualche consiglio di lettura a tema.

Per i più temerari

L'esorcista di William Peter Blatty



So cosa state pensando: evviva l'originalità. Eppure, lasciate che vi dica che questo è un titolo originalissimo. Il film lo abbiamo visto e rivisto e ancora rivisto, ma il libro lo avete mai letto? In pochi lo hanno fatto e la storia è affrontata in modo molto diverso dal film. Se sapete il film a memoria, il libro saprà sorprendervi e conquistarvi comunque.
Blatty si concentra di più sui personaggi che ruotano attorno a Regan, la bambina posseduta. La madre, soprattutto è resa in un modo spettacolare, impossibile non immedesimarsi e non provare pena e paura per lei. Il prete che si occupa di Regan e che tenta di far ottenere il permesso di esorcismo è anche lui ricchissimo di dettagli e vivissimo fra le pagine del libro. Ci troviamo a condividere i loro problemi e le loro pene e a considerarli come amici di lunga data. Ho molto apprezzato la capacità di questo libro di rendere partecipe il lettore dei sentimenti dei protagonisti e anche il procedere quasi scientifico con cui il rito dell'esorcismo è trattato. Blatty non si diletta con dettagli macabri, il contrario, analizza i fatti con mente fredda e lucida ed è allo stesso tempo interessante ma spaventosamente reale.
Attenzione, il rendervi così coinvolti nei fatti ha come contro indicazione che questo libro fa davvero paura. Io lo ritengo il libro più pauroso che abbia mai letto.
Consiglio vivamente di leggerlo di giorno e non quando siete soli in casa.

Per chi ama i classici e per gli spiriti romantici anche ad Halloween:

Carmilla di Joseph Sheridan LeFanu


Consigliarvi Dracula mi sembrava estremamente scontato (se non lo avete letto però ve lo consiglio vivamente), vi parlerò perciò della sua ispiratrice, la bella contessa di Karnstein.
A ispirare Stoker per il suo Dracula furono infatti le atmosfere che ritrovò nel racconto di LeFanu, tanto che in origine al famoso classico era stata inserita una prefazione che le richiamava, e che ora è stata tolta.
Carmilla è uno dei maggiori esempi della transizione della figura del vampiro da bestia repellente a amante desiderabile e malefico. La giovane contessa è bellissima e seduce il cuore di chi le sta accanto, soprattutto della piccola Laura, ma questa seduzione porta sempre con se un senso di disgusto che alla fine porterà alla sua rovina. Carmilla è una figura estremamente romantica, affamata d'amore eppure maledetta, come sconvolge le sue vittime sconvolge anche il lettore che si trova in bilico fra la repulsione e la pietà per questa creatura sventurata.
Questo è un racconto brevissimo ma magico, consigliatissimo.

Per i meno coraggiosi che vogliono godersi comunque l'atmosfera



Il figlio del cimitero di Neil Gaiman

Questo è un racconto che ha come protagonisti un bambino umano e dei fantasmi. Nobody Owens è orfano fin da quando era in fasce e fino da allora sono stati i fantasmi del cimitero vicino a casa sua, con l'aiuto di altre figure fantastiche, a crescerlo. Crescendo il bambino però si scopre vittima designata dello stesso uomo che ha ucciso i suoi genitori e vivrà così l'ultima avventura con i suoi amici soprannaturali per essere consegnato, infine, alla sua vera vita da adulto.
Il figlio del cimitero è un libro sorprendente, per grandi e piccini, che insegna a tenere un po' di magia nella propria vita e a guardare le cose con un pizzico di fantasia.
Qui i personaggi che solitamente il mondo fiabesco affida all'orrore sono invece quelli che si fanno protettori di Nobody e che lo allevano al riparo dai pericoli in agguato. Un punto di vista diverso, dei fantasmi che non fanno paura ma fanno sorridere.
Un altro piccolo capolavoro.

Se avete qualche bel libro a tema da consigliare, scrivetelo pure nei commenti!
Un bacio
Life


domenica 4 ottobre 2015

Serialmente: 2 Broke Girls

Buona domenica a tutti!
Per alleviare lo stress faccio cose stupide solitamente, come iniziare serie tv poco impegnative o leggere libri poco impegnativi.
In questo periodo ho deciso di iniziare a guardare la serie tv 2 Broke Girls, di cui ho sentito parlare bene e che tutto sommato mi ispirava, soprattutto perchè è una serie comica. Ne ho vista circa metà della prima stagione, credo che ormai quella la finirò, ma basta.


Non so di preciso come vogliano rendere Broke in italiano, io lo ho tradotto come: 2 ragazze fallite.
La storia è quella di un'amicizia molto particolare fra due ragazze diversissime. Max è una ragazza povera di Brooklyn che tira avanti facendo la cameriera in una tavola calda e la baby sitter per una riccona dei quartieri alti (i cui figli sono Brad e Angelina), Caroline è una ragazza ricchissima che si ritrova improvvisamente senza niente a causa di una frode perpetrata da suo padre che viene alla luce.
Caroline trova lavoro nella stessa tavola calda di Max, che, impietosita, decide di portarsela a casa. Ha inizio così una convivenza assurda e spassosa. Le due ragazze non sono solo di estrazione sociale diversa, ma hanno anche dei caratteri del tutto opposti: Max in superficie è dura e scontrosa, non sorride mai e porta la maschera della ragazza povera così come la vedono gli stereotipi, ma noi capiamo che è una farsa e che è molto più fragile e profonda di quanto mostra. Caroline è una Barbie, non saprei come altro definirla. Bianchissima (come la definisce Max) e nonostante la bancarotta ancora piena di speranze e di sogni per il futuro. Lei vive su una nuvola rosa, eppure ha la forza di andare avanti e di realizzare quello che vuole.

Mi è piaciuta la serie? Devo dire che ha ottenuto la mia attenzione, ma non è così valida come credevo.

Pro:

  • Le due protagoniste sono estremamente interessanti e malgrado la facciata semplice, come nella maggior parte delle serie comiche, nascondono una psicologia profonda e sfaccettata che ce le rende subito amiche e che ci fa subito appassionare alla loro storia. Bei personaggi!
  • La storia è piuttosto originale e fornisce diversi spunti di riflessione. Inoltre è interessante osservare le cose da due punti di vista del genere: quello dei ricchi e quello dei poveri.
  • Fa in modo discreto il suo dovere di intrattenimento.
  • Le due attrici protagoniste. Io le ho trovate fantastiche, soprattutto Max, che oltre che brava incarna un tipo di bellezza che da tempo non si vedeva sullo schermo.
Contro:
  • La dose di volgarità è decisamente troppa. Max e Caroline non riescono a mettere due frasi in fila senza allusioni o riferimenti espliciti al sesso. Seriamente, non credo che riuscirete a tirare fuori dal telefilm un solo dialogo senza che ciò avvenga. Anzi, tutti in questo telefilm pensano sempre e solo al sesso. A me la comicità fatta di battute sessuali non piace: la trovo banalissima e volgare.
  • Alcune puntate sono più riuscite di altre. Alcune sono un po' insipide. Come sempre in questo tipo di telefilm si punta a tirare avanti finchè lo spettatore arriva alla saturazione per nausea. Scommetto ci proporranno almeno una decina di serie. Il problema è che poi ci si trascina fra idiozie assurde perchè alla lunga le idee si esauriscono. 
  • Ho trovato la serie pigra: le battute sono come già detto semplici e poco brillanti, niente di elaborato ma si punta a far ridere con il minimo sforzo, non ci sono picchi particolari di comicità o di profondità. Si trascina.
  • Tutti i pro sono rovinati da questa pigrizia insita nella serie.
In definitiva, 2 Broke Girls è un telefilm che intrattiene e che presenta una trama interessante che però è sviluppata all'insegna della battuta troppo facile e delle stupidaggini più inutili.
Peccato. 
Vedetelo solo se avete tempo da perdere: tipo se vi ricoverano in ospedale o siete costretti a letto con una vertebra rotta. Seriamente, ci sono una sacco di serie tv, film e libri migliori



giovedì 1 ottobre 2015

Consigli Letterari #1

Buongiorno!
L'estate è il periodo in cui normalmente leggo di più, ma purtroppo non quest'anno. Sono stata davvero presissima con tutte le novità cui già ho accennato e il tempo per leggere si è ridotto notevolmente.  Ciò nonostante i libri in casa mia sono aumentati...non ne ho comprati, devo essere fedele al mio tentativo di curarmi dallo shopping libroso. La maggior parte vengono da scambi tramite Bookmooch, altri da un'iniziativa della biblioteca che ha regalato libri vecchi e ceduto altri in cambio di libri nuovi.

Comunque, da quando ho abbandonato i miei soliti generi convenzionali (fantasy/horror) e sono andata in esplorazione le delusioni sono aumentate. Vi parlerò anche dei libri sconsigliati, ma oggi teniamoci su di morale con quelli consigliati!

Ecco i consigliati di quest'estate:

Annientamento di Jeff Vandermeer:
Questo è stato un po' il fenomeno letterario dell'anno e si avvicina molto ai miei gusti, così, cosa rara, avevo deciso di prenderlo in libreria. Il genere con cui è stato definito è il New Wired che si colloca fra il fantasy, la fantascienza e l'horror.

A parte che la copertina è bellissima e la Einaudi ha avuto la brillante trovata di stampare titolo e cose varie su una sovracopertina trasparente per non rovinare il disegno.
La storia è quella di una biologa che insieme a un'antropologa, una psichiatra e una geografa viene arruolata nella dodicesima spedizione nella misteriosa Area X. varcato il confine ci troviamo in un mondo che a me ricorda moltissimo i racconti di Lovecraft, dove l'orrore e il mistero sono dietro ogni angolo e affascinano con la loro ineffabilità. Vandermeer, come Lovecraft, dipinge i contorni di un orrore sottile che non viene mai palesato completamente e che proprio per questo stuzzica il lettore  che vuole capire a tutti i costi.
Il tutto è condito con una scrittura scorrevole e accattivante.
Io ve lo consiglio vivamente se siete interessati al genere.
L'unico neo che ho trovato a questo libro è il voler usare un narratore interno. la biologa, che narra in modo perfetto, ma usarlo quasi come un narratore esterno. In pratica la biologa si limita a comporre un diario scientifico da cui esulano quasi completamente le sue emozioni e le sfaccettature del suo carattere. Lo ho trovato un punto di vista poco personale. Ma nonostante tutto il libro merita moltissimo e lo consiglio.

Ritornati dalla Polvere di Ray Bradbury

Dopo aver letto Fahrenheit 451, che ho adorato, sono stata sorpresa di trovare questo libro di Bradbury che rappresenta un genere completamente diverso.
In Ritornati dalla polvere sono raccolti una serie di racconti riguardanti una famiglia particolarissima, composta dai personaggi più strampalati del mondo orrorifico: una mummia egizia vecchia di secoli, una ragazza che dorme sempre e attraverso i sogni impersona le vite altrui e viaggia per il mondo, un uomo con ali da uccello, un vampiro e fra loro un normalissimo bambino umano che ha per compagni un ragno e un topo.
Le atmosfere sembrano un po' quelle della famiglia Addams.
Di volta in volta ci viene descritta la breve avventura di una dei membri della famiglia, sospesa fra l'onirico, il comico e con qualche perla di saggezza. Un libro che si legge in modo rapido, accompagnati dalla scrittura di Bradbury che è melodica e poetica come sempre.
Consigliatissimo se credete ancora nei sogni.

La casa degli spiriti di Isabel Allende

Avevo appena detto: "Non leggerò più una saga familiare" dopo essere riuscita a porre la parola fine a Uccelli di Rovo ed ecco che mi ci ritrovo.
La famiglia della Allende, però, è vivace e magica e sa affascinare. Così mi sono ritrovata incollata a questo libro e lo ho finito in tempi record.
La storia è quella della famiglia del Valle e dei Trueba.
Esteban Trueba si innamora di Rosa, la primogenita del Valle che viene però a mancare ed Esteban dopo aver fatto fortuna nelle miniere, decide infine di sposare la sorella di Rosa: Clara.
La ragazza è molto particolare, ha un forte potere medianico e non si cura di nasconderlo. Fra le bizzarie di Clara e l'amore e la rabbia di Esteban i due hanno un'esistenza travagliata, cosparsa di piccoli momenti sereni. Sono gli anni del socialismo, da cui i ricchi possidenti come Trueba (ormai senatore) si tengono alla larga. Ed ecco che Blanca Trueba, la figlia di Clara ed Esteban ha un rapporto clandestino proprio con un socialista e da lui ha una figlia: Alba, anch'essa pronta ad aderire al socialismo. A sconvolgere ulteriormente gli equilibri familiari subentra un colpo di stato, e come ogni colpo di stato, non esistono più senatori, buono o cattivi. Tutto precipita nel caos.
Questo è un libro che conquista, scritto benissimo, che sa trascinare il lettore come un fiume in piena. Ci si trova estremamente coinvolti nelle vicende di Clara, e in seguito della figlia e poi ancora della nipote tanto che la parole fine giunge quasi come un pugno.
La casa degli spiriti contiene moltissime  cose: è a metà fra un romanzo realistico e onirico, rispettivamente Esteban e Clara, ma è anche denuncia sociale e politica, benchè non venga mai detto in che paese si svolgono i fatti. La Allende usa il pretesto della saga familiare per guardare anche al di fuori delle mura domestiche in un'analisi della società puntuale e riconoscibile.
Consigliatissimo.










sabato 26 settembre 2015

Nel tunnel di curriculum e colloqui

Buongiorno!
Finalmente, ufficialmente, il 21 ottobre è arrivato anche il mio turno di lasciare l'università. Ed era anche ora, visto che ho finito gli esami da quasi un anno ormai, cioè da dicembre dell'anno scorso. Queste tesi di laurea sono eterne.


Inoltre, voglio un lavoro vero, ne ho piene le scatole di sballottarmi fra diversi lavori a chiamata. Attualmente sono a chiamata in ben 3 bar e vado anche a dare ripetizioni a dei ragazzini. Un mucchio di sbattimento per avere nemmeno la metà di uno stipendio vero. Per carità, meglio che non avere nulla, ma è veramente dura organizzarsi così. Del resto, ora che vivo con il mio ragazzo e che progettiamo di ristrutturare un appartamento nostro, è fondamentale che io trovi un lavoro serio, così da poter andarcene da quello in affitto il prima possibile.

Così, giocando d'anticipo, ho iniziato a mandare curricula ovunque, in qualsiasi posto io potessi anche solo lontanamente sperare di entrare.
Ormai sarò arrivata a 50 curricula consegnati e inviati e indovinate gli unici che mi hanno risposto?
Un call center!
Si, perchè, fra copia e incolla mail di possibili datori di lavoro, per sbaglio ho mandato il curriculum anche a un call center. Mi hanno richiamata dopo 10 minuti appena. Sembrava quasi una profezia che si avvera: i laureati lavorano nei call center, e basta.
Comunque, ho rifiutato senza remore, che tanto, se dovessi fare la fame, sono sicura che mi assumerebbero di nuovo.

Finalmente, ieri mi chiama uno studio dentistico cui avevo mandato il curriculum due mesetti fa, dicendomi che mi avrebbero ricevuta per un colloquio. Ora, in attesa del colloquio mi prende l'ansia da prestazione: fra le mie colleghe ne ho sentite di tutti i colori sui colloqui, e fra l'altro mai che gliene andasse bene uno. Poi, come ci si veste ad un colloquio? Io ho solo magliette nerdissime con i personaggi dei cartoni animati -.- Mi sa che urge mettere una camicetta da colloquio nell'armadio. Poi una volta assunta si beccano i supereroi! Frega niente se sarò assistente al dentista, tanto avrò il camice sopra.

Scherzi a parte. La prospettiva del colloquio mi ha messa nell'ordine di idee, che si, ora nelle file dei disoccupati che cercano di orientarsi fra curriculum, colloqui, "ma noi cerchiamo con esperienza", ci sono anche io. O meglio, ci sarò dal mese prossimo. La cosa peggiore, è che avendo fatto una facoltà che ha a che fare con la cultura, il mio titolo di studio è carta straccia. Ma questo lo sapevo dall'inizio. In fondo, noi laureati in facoltà umanistiche siamo degli psicopatici che amano farsi del male. Scherzi a parte: non mi pento assolutamente della mia scelta e continuo ardentemente a sperare che un giorno l'Italia si svegli dal sonno e si renda conto di quello che potrebbe avere in mano.

Vabbè, nella realtà odierna però mi tocca cercare qualsiasi lavoro. Spero vivamente che mi vada bene questo colloquio, così sarei a due passi da casa a fare un lavoro che tutto sommato è pure carino. Ho appena avuto la forza di uscire dall'università, uno un po' di tregua se la merita no? Non potete ributtarmi subito nell'arena!

Se vi interessa, le prospettive più rosee per il mio futuro sarebbero nell'ordine:
- trovare lavoro nel mio campo (impossibilissimo, ma io continuo a credere che finirò dietro una scrivania a caso, o nel peggiore bar di Caracas e un giorno qualcuno riconoscerà il mio genio e mi offrirà il lavoro dei miei sogni)
- prendere un maledettissimo dottorato e continuare almeno per altri 3 anni a illudermi che un giorno sarò archeologa (soprattutto a illudermi, ma pagata). Questa è un'altra opzione quasi irrealizzabile, ma io sono una che non demorde. Ci proverò. So che è una possibilità su un milione, ma me ne basta una per provarci.

Ah, l'Italia, che posto sbagliato per laurearsi. Che poi, io mi lamento della mia laurea in archeologia che per il nostro caro governo è equiparata al diploma delle superiori o alla licenza media quando va male (non sto scherzando, tutti voi siete archeologi al mio stesso livello per lo stato, sappiatelo. In Italia la mia categoria lavorativa non è riconosciuta), ma una delle mie colleghe al bar, è laureata in giurisprudenza e non è che le vada granchè meglio. A me andrebbe bene anche se va bene un qualsiasi colloquio a lei, così io subentro fissa al posto suo.
Il bar mi piace. Mi piace più dell'ufficio. Sono una persona piuttosto dinamica, credo che l'ufficio mi manderebbe in depressione con la sua routine.

Ma vabbè, in tutto ciò, non è che stia a piangere e lamentarmi, a me basta che chiunque dia un lavoro, per realizzare almeno alcuni dei miei progetti da adulta, ecco.
Sono una persona assolutamente poco schizzinosa in questo senso, ed è per questo che mi sono permessa di fare ciò che mi piaceva.

Auguratemi un in bocca al lupo, e vi farò sapere se io, che ho evitato medicina come la peste, finirò in uno studio dentistico (l'ultima cosa a cui avrei pensato, giuro!).

Un bacio,
Life.
















lunedì 21 settembre 2015

Visto in TV: Terapia d'Urto (2003)

Buongiorno!
Nonostante io non volessi una TV in casa, perchè in realtà sono cresciuta senza e così non ho proprio l'abitudine di guardarla e non è nemmeno che ci trovi tutte ste cose interessanti, nel nuovo appartamento la abbiamo. A casa mia c'era una sola TV che io e mia sorella potevamo vedere solo in vacanza, mai durante la scuola e alla fine, era regno di mio padre che la sera ci si addormentava davanti, quindi, non la guardavamo neppure l'estate.
Quando lo racconto ai miei amici sembra che mia madre ci abbia inflitto la più terribile delle punizioni, e invece noi non ce ne siamo nemmeno accorte da tanto che avevamo da fare. Io ho sviluppato una passione per la lettura e mia sorella per gli sport, poi c'era la cricca del nascondino in strada sotto casa mia e via dicendo.
Il mio ragazzo però aveva la sua TV e quindi la ha portata a casa (anche lui la accende e si addormenta...). Ogni tanto quindi mi faccio un giro di canali e solitamente me ne torno sconsolata al mio libro. Grazie al cielo, ci sono canali come MTV o quelli come LaEffe e RaiMovie che qualche film ogni tanto te lo fanno vedere. Urrà!

Qualche giorno fa hanno fatto un film con Jack Nicholson e Adam Sandler che non avevo mai sentito nominare: Terapia d'Urto. Potevo cambiare canale? Certo che no, io amo Nicholson e stimo Sandler sebbene non sia sempre nei miei film preferiti.



Adam Sandler interpreta Dave Buznik, un uomo d'affari che viene ingiustamente condannato per avere picchiato una hostess colpevole di avere ignorato le sue richieste. Dave viene obbligato a seguire 20 incontri di un programma per imparare a gestire la rabbia gestito da Jack Nicholson nei panni del Dr. Buddy Rydell, uno psichiatra psicopatico.

Al di là dei due attori, su cui non spendo nemmeno una parola, perchè credo che le loro carriere parlino da sole e godermi ancora una volta le espressioni di Nicholson che interpreta uno svitato è fantastico e si, eclissa abbastanza Adam, ma credo sia impossibile contenerlo!
Ho trovato questa pellicola un film senza troppe pretese che riesce a intrattenere a dovere il pubblico con momenti comici semplici ma non banali e con un fondo di riflessione che ho trovato piuttosto inedito. Dave, infatti, ci viene presentato fin da subito come un uomo mite e sottomesso che non avrà mai la promozione che merita perchè non alza mai la testa, che si fa sfruttare dal suo prossimo senza mai reagire. Che sia accusato di non saper gestire la rabbia è chiaramente uno sbaglio. Invece, quella che sembra una commedia degli equivoci si rivela essere una commedia si, ma con una riflessione di base. Come dice il Dr. Buddy, Dave è una di quelle persone che un giorno o l'altro esploderà e farà fuori qualche malcapitato. Perchè non è solo chi manifesta apertamente la propria rabbia che si rivela pericoloso per sè e per gli altri, ma anche chi non la manifesta affatto non riesce a vivere bene la propria vita. Questo film è quindi un viaggio alla scoperta del modo migliore di vivere la propria vita, affrontato attraverso una terapia che sembra assurda come il suo creatore. Insomma, è un film che sembra dirci: non ti far bloccare dalla paura, puoi essere e fare ciò che desideri.
Questo film fa davvero ridere, e lo fa con simpatia e un tipo di ironia fresca e semplice che difficilmente si trova nei film ultimamente.
Un film allo stesso divertente e riflessivo, con un cast degno di nota e un'ottima regia. Davvero un bel modo per passare una serata in casa.
Consigliato!


giovedì 10 settembre 2015

Santa's Village 3: Post Office

Buongiorno!
Nel mese di agosto sono nuovamente sparita, ma no, non sono andata in vacanza purtroppo. Ho ripreso in mano la mia eterna tesi e a quanto pare a ottobre mi hanno dato il via per laurearmi (finalmente)! Inoltre ho trovato lavoro, circa. Sono solo poche ore, ma meglio che niente per ora.
Quella della ricerca lavoro è davvero una cosa snervante.
In più c'è la possibilità all'orizzonte di trasferirci nuovamente in un appartamento nostro. Ma ve lo dirò quando e se accadrà.

Per tornare all'argomento del post, sono riuscita a finire un'altra delle casette del Santa's Village: la posta! Le letterine finalmente arriveranno a Babbo Natale.


Sono stata fedele allo schema tranne per una parete della casa che doveva essere rossa, ma in questa scena c'è già troppo rosso e la ho tenuta un po' più chiara.
Adoro le letterine appese, sono troppo carine :)




Se per Natale voglio finire (dubito) sarà meglio darsi una mossa!
Ciao,
un bacio!

venerdì 7 agosto 2015

Cookies con cioccolato

Buongiorno!
A forza di essere bombardata da programmi di cucina USA, mi sono appassionata ad alcuni dolci d'oltreoceano. Ho provato varie cose, ma diciamolo: ci sono poche ricette USA in grado di rivaleggiare con quelle italiane. Spesso in america del nord ci si limita a disfare cose già pronte (biscotti, formaggio....) e riassemblarle.

Una ricetta che sicuramente può rivaleggiare con le nostre è quella dei famosissimi Cookies, i biscottoni americani con le gocce di cioccolato.


Origine: Secondo quanto si racconta, i Cookies furono inventati per caso negli anni '30 da Ruth Wakefield, proprietaria di un albergo che era solita offrire dei biscotti al cioccolato ai suoi ospiti. Ruth, un giorno, si ritrovò senza il suo solito cioccolato e ne ridusse in piccoli pezzi uno meno morbido. Anzichè sciogliersi all'interno del biscotto, questo tipo rimase solido e visibile.
Il risultato piacque moltissimo, tanto che se ne continuano ancora a mangiare!

Io ogni tanto li compro e li adoro. Così ho pensato di replicarli in casa. Sono davvero facilissimi da fare! Ecco i miei (non sono così belli!)

Cookies e scatola Maison du Monde
La ricetta che ho seguito è quella trovata su ciboamericano.it.

Attenzione: nella ricetta si dice di fare delle palline con l'impasto ma si omette di appiattirle. Io lo ho fatto ed ho sbagliato. Cuocendo i biscotti si appiattiscono da soli assumendo quella forma bombata tipica, mentre i miei come vedete sono piatti.
In più, io non avevo le gocce di cioccolato e ho spezzettato una tavoletta con il coltello, il risultato è perfetto!


Comunque, la ricetta è davvero gustosa! Provateli.

Un bacio,
Life

giovedì 6 agosto 2015

Pochette dell'ultimo minuto

Buongiorno,
sono un po' bloccata con il Santa's Village, sto aspettando che arrivi il mio nuovo ordine con fili e tappe, ma con il Ferragosto in mezzo, mi sa che ci vorrà un po'.
In attesa di mostrarvi le nuove casette, ho ripescato un lavoro che avevo fatto l'anno scorso.
Sono stata invitata ad un matrimonio, ma all'ultimo mi mancava la borsetta da abbinare al vestito. Dopo aver scartato quelle dei negozi qui in giro mi sono rotta le scatole e ho deciso di farmela da me. In fondo una pochette è piccola e per niente complicata.


Era perfettamente in tinta con i miei sandali eleganti e si è poi rivelata utile in varie occasioni. Non ricordo più di preciso che filato avevo usato, ma credo un filo di Scozia. Ho lavorato un semplice rettangolo a uncinetto con una maglia alta e ho completato con una lavorazione a pizzo che mi piaceva particolarmente e che ha evitato di dover aggiungere asole per bottoni o cerniere. Poi ho piegato in due il rettangolo e cucito i bordi dall'interno, tramite uncinetto (minimo sforzo!).
Il lavoro è stato davvero rapido e alla fine non faceva nemmeno quell'effetto "nonna" che temevo, anzi, ha avuto un grande successo!




Che dite? Vi piace?
Un bacio
Life

venerdì 31 luglio 2015

Marmellata di ciliegie

Buogiorno!
Sono reduce da tre settimane di raccolta di ciliegie. In assenza di lavoro, si fa quel che capita, no? Se solo qualcuno rispondesse ai miei invii di curricula...
I vantaggi di questo lavoro si sono tradotti in ciliegie per la marmellata gratis. Visto che sia io che il mio ragazzo a colazione mangiamo quasi sempre fette biscottate e marmellata, ho deciso di cimentarmi anche in questo e ho fatto un po' di esperimenti.



Io uso il Fruttapec 2:1. So che molti sono contrari, ma alla fine così si riducono notevolmente i tempi di bollitura (da 40 minuti a 3 minuti circa), cosa che influisce sulla quantità finale di marmellata ottenuta. Inoltre, non so se sia peggio il fruttapec o lo zucchero bianco, quindi mi sono tolta gli scrupoli e via. Ecco quella che mi è risultata meglio:

Ingredienti:
per 1 kg di ciliegie
350 di zucchero
1 bustina di fruttapec 2:1

Procedimento:
La parte più noiosa è snocciolare le ciliegie. Esistono degli snocciolatori appositi ma io li ho abbandonati tempo fa perchè sono tarati su ciliegie piccole quindi con quelle più grandi è una guerra e a  fine lavoro il mio muro era diventato un Pollok.
Io uso un coltellino, le taglio a metà e levo l'osso, fidatevi, sarà noioso ma molto più preciso e rapido.

Mettete le ciliegie snocciolate in una pentola capiente. Bollendo la marmellata sale molto, quindi prendetevi spazio aggiuntivo. Aggiungere lo zucchero(1).
Il freuttapec consiglia 500g per chilo di ciliegie, ma qui dipende dal tipo di ciliegie che avete. Io ho usato le Cordia che sono molto dolci e con 350g di zucchero viene una marmellata molto dolce. Poi ho usato anche delle Regina, meno dolci e con la stessa quantità di zucchero viene una marmellata di dolcezza medio-alta.
Non metterei comunque meno di 350g perchè lo zucchero serve anche a conservare.

Portate a bollore per pochi minuti(2).



Intanto sterilizzate i vasetti. Mettete un dito d'acqua in una teglia, posizionateci i vasetti con il coperchio ma lasciato morbido, non chiuso del tutto e mettete sul fuoco lasciando bollire per qualche minuto.

Vasetti in sterilizzazione (quelli riciclati non andrebbero usati più di una volta!)


Togliete la padella con la marmellata dal fuoco e passate le ciliegie con il Pimer fino a ottenere la consistenza desiderata. Io la faccio completamente liscia, non mi piacciono i pezzetti di frutta all'interno. Aggiungete alla fine il fruttapec così lo mescolate con il Pimer e rimetto subito sul fuoco(3).
Fate bollire i tre minuti richiesti.

Per verificare la consistenza della marmellata mettetene un po' su un piattino, raffreddatela e provate a inclinare il piattino per vedere come scivola via.

Togliete i coperchi dai vasetti, versatevi la marmellata e richiudete bene. Fate questo passaggio il più velocemente possibile (senza scottarvi!) per non disperdere troppo il calore.

Coprite i vasetti con un asciugamano per farli raffreddare rapidamente e lasciateceli per circa 24 ore.
Controllate che tutti i tappi si siano abbassati e abbiano creato il sottovuoto, quindi riponeteli in un luogo asciutto e possibilmente buio.
La vostra marmellata è pronta da gustare!!

Tip & Tricks: sembrerà assurdo ma ho avuto più problemi con i vasetti comprati della Bormiolli che con quelli riutilizzati di sottaceti e via dicendo. Se qualche vasetto non è andato sottovuoto potete conservarlo in frigo e consumarlo in tempi brevi oppure provare a ribollirlo a bagnomaria.




sabato 4 luglio 2015

Un mese di libri - parte 2 e TBR

Buongiorno a tutti, soprattutto a chi si sta squagliando di caldo!
Continuiamo con i piccoli pensieri sulle letture del mese appena trascorso, ossia giugno (ma no!).

Premetto che ho un brutto rapporto con gli autori italiani. Non mi va mai di leggerli, poi però mi sento in colpa, perchè sia al cinema che in libreria schifo i miei compatrioti e magari nemmeno con buone cause. Quest'anno, prendendomi per tempo, ho deciso di fare ammenda stampandomi la lista dei candidati al premio Strega e leggendone la maggior parte. Io odio il premio Strega, nel senso che i pochi che ho letto non mi sono piaciuti per niente, ma sono convinta che fra i candidati vi siano autori più che validi e che sia la giuria poi a cileccare, per un gusto tutto italiano di far vincere sempre le cose più intricate, filosofiche e con quel sapore di riflessione deprimente e onirica che non mi va di star lì a capire (chiamatemi pure ignorante).

Ad ogni modo, comprare i libri era fuori discussione, ne ho circa 60 da leggere a casa, quindi mi sono messa in pausa acquisti. Per fortuna esistono le biblioteche. Volevo partire con Elena Ferrante di cui tutti parlano un gran bene, con il primo romanzo della saga dell'amica geniale, ma è sempre in prestito in tutte le biblioteche della mia provincia! Insomma è introvabile.

Mi sa che finirò per comprarlo. Magari come ricompensa per il mio nuovo e breve lavoro (breve ma intenso, garantito).
Scoraggiata ho notato che anche molti degli altri candidati erano in prestito per la maggior parte del tempo. Finchè, dopo una ricerca di ore ho beccato Chi manda le onde di Fabio Genovesi.
Non mi ispirava. Quella copertina con il furgoncino prometteva appunto il sopracitato libro nostrano con riflessioni un po' hippie sulle difficoltà dell'esistenza, ma...sorpresa!

Quello di Genovesi è un romanzo bello cicciotto, eppure è finito senza che neanche me ne accorgessi. Ambientato a Forte dei Marmi, racconta le vicende un po' realistiche un po' favoleggiate di una famiglia del luogo alle prese con i mille problemi della vita. Serena è una madre single con due figli, il bravissimo e bellissimo Luca e la più piccola, Luna, una bambina albina e quindi chiusa nel suo mondo e bersaglio delle prepotenze della scuola. Accanto a questi tre personaggi si intrecciano le vicende di Zot, un compagni di Luna, adottato da Cernobyl e abbandonato dalla madre adottiva presso il padre di lei, un uomo anziano e duro che sorveglia la sua proprietà armato come ai tempi della guerra e che di Zot non ne vuole sapere.
Abbiamo poi un gruppo di amici, tre quarantenni, che rappresentano il ritratto dei falliti. Sono tre amici che non si rendono ancora conta di non avere più diciotto anni e di non poter più vivere di espedienti come allora. Sono una perfetta metafora di una generazione cresciuta nella comodità che si ritrova adulta a non sapere fare nulla. Lo scorrere del tempo intreccerà sempre più queste vite, producendo combinazioni imprevedibili.
Il libro di Genovesi affronta varie tematiche ma sempre in modo leggero, senza inutili giri di parole, lasciando che siano i fatti a parlare. Una cosa che mi ha colpita moltissimo per questo autore è la sua capacità di sviscerare i personaggi nei dettagli quotidiani, quelli che la maggior parte della gente non sa descrivere perchè così abituali da essere ignorati. Fabio Genovesi fonda il suo romanzo proprio su questa quotidianità e la coglio con occhio attento ed esperto, trasmettendolo anche attraverso la scrittura che ricalca i modi del parlato ma con la classe propria della scrittura. Il suo è davvero il racconto di una piccola parte di umanità.

Voto:


Questo era l'ultimo libro letto nel mese di giugno, ma mi ha lasciato la voglia di continuare a scoprire la lista dei candidati allo Strega.


Per il mese di luglio invece, complice il gruppo di lettura cui mi sono unita su Goodreads leggerò:






Good Omens perchè adoro Pratchett e adoro Gaiman, figuriamoci se si mettono insieme!

La casa degli spiriti perchè della Allende ho letto solo un libro per bambini e lo ho adorato.
Ritornati dalla polvere perchè ho amato Farenheit 451 e non vedo l'ora di conoscere altre opere di Bradbury.
Senza nome perchè mi era piaciuta molto La donna in Bianco di Collins. Questo promette di essere di genere diverso, ma è altrettanto lungo..unica pecca dell'autore (800 pagine!).
La collina dei conigli perchè è troppo che lo ho iniziato ed è ora di finirlo. Non mi ha presa. Da piccola mi sarebbe piaciuto moltissimo ed è una bella lettura ma sono sempre attratta da altro.

E voi cosa leggerete questo mese? Avete letto qualcosa di quello che leggerò? Avete consigli?
Un bacio
Life

venerdì 3 luglio 2015

Santa's Village 2: Poinsetta Place

Buongiorno!
Come sono da voi le temperature? Da me abbiamo raggiunto i 38 gradi. Mi sto letteralmente sciogliendo.
Questo caldo mi mette fuori uso alla grande, così ho cercato di vincere la fiacchezza con cose leggere e ho terminato la seconda tappa del Santa's Village: Poinsetta Place.


Metto in agenda di imparare a fare delle foto decenti e a presentarle altrettanto decentemente. Questa era la casetta che mi piaceva meno, ma non oso ancora fare modifiche, potrei stravolgere tutto. Alla fine però è carina anche lei e il risultato d'insieme mi piace molto.
In questo caso ho dovuto disfare e rifare tutto il rametto perchè avevo fatto un punto troppo lungo all'inizio senza rendermene conto. Ma ci sono riuscita!
(L'uccellino non è adorabile? Io impazzisco per questo tipo di dettagli)


Ora inizierò con l'ufficio postale, così le vostre letterine arriveranno a destinazione. Prevedo un tempo lungo per la lavorazione perchè da lunedì inizio a lavorare, anche se solo per un mese. Meglio di niente visto che per ora non ho trovato altro.

Poi ordinerò altre tre tappe visto che con queste prime è andata bene. Sto prendendo il progetto a scaglioni per sentirmi meno in colpa per i costi :p ma p così bello!! Farà un figurone a Natale (se sarà pronto).

Buon caldissimo pomeriggio.
Life


mercoledì 1 luglio 2015

Un mese di libri - parte 1

Buon giorno!

Come vi ho già detto, io adoro leggere, quindi vorrei condividere con voi le mie impressioni sui libri che leggo, magari qualcuno si trova ispirato!
Su Goodreads partecipo a qualche gruppo di lettura, trovo che le sfide proposte in questi gruppi mi permettano di spaziare nelle mie letture e di affrontare generi che non avrei mai preso in considerazione in altro modo.
Dividerò la cosa in più post per non scrivere cose chilometriche.

Il tema della mia sfida a Tema di questo mese era: SFIDA, e questo mi ha catapultata nel mondo della mia adoloscenza, con Il Magico Regno di Landover di Terry Brooks, autore che ho sempre amato moltissimo.

Trama: 
Ben Holiday è un avvocato di successo perseguitato dalla morte della moglie che adorava. Quando trova su un catalogo dei grandi magazzini l'annuncio di un regno da fiaba in vendita è scettico, ma la volontà di costruirsi una nuova vita è così forte che si butta.
Il regno da favola, Landover, esiste e necessita di un re, ma Ben scoprirà che è un mondo in rovina e che se vuole salvarlo dovrà rimboccarsi le maniche e affidarsi ai suoi strani alleati: una mago che non sa fare magie, due coboldi, un uomo tramutato in cane per metà, e una bellissima silfide.

Terry Brooks non si smentisce nemmeno questa volta e con la sua scrittura semplice e curata riesce ancora ad annullare la superficie del foglio di carta per trasportare il lettore dritto su Landover.
Questa è una cosa di Brooks che ho sempre adorato, il suo modo di scrivere immediato seppur curato che permette di dedicarsi interamente alla magia della lettura.
La trama si svolge fra prove da superare e soluzioni in linea con il fantasy più classico, in cui il predestinato ha sempre i mezzi per trovare le sue risposte e vincere le sue guerre. Da questo punto di vista niente di nuovo, eppure Brooks è sempre nuovo, credo che sia il modo in cui riesce a staccare il lettore dalla realtà e farlo vivere le sue mille avventure. Le sue trame rispettano sempre i canoni del fantasy più tipico ma ogni volta è come riscoprirlo da capo.

Voto: 

Poi ho letto un libro di Johanne Harris, altra scrittrice che a me piace tantissimo, e che ha una grande versatilità, passando da un genere all'altro senza problemi. Molti la conosceranno per il film Chocolat, con Johnny Depp, tratto da un suo libro omonimo.

Trama:

Juliette è una zingara e cresce fra circhi e teatri ambulanti. Sfrontata, intrisa di un sapere pagano e antico, poco incline a seguire le regole umane e testarda. Conosce Guy LeCorbau, un imbroglione vestito in indumenti e atteggiamenti signorili con cui intreccerà una storia d'amore e odio intensa. Juliette, conosciuta come "la donna alata" per il suo numero di acrobazie su una esile fune, un giorno sparisce dalle scene. Il romanzo prende il via da una Juliette più pacata sebbene non ancora sottomessa che si è unita a un convento di suore. A farle prendere questa decisione è la sua nuova condizione di mamma che cerca una nuova stabilità per la sua neonata. Fra le suore di Saint Marie la donna trova una nuova dimensione, ma non abbandona le vecchie abitudini. Dal convento Juliette racconta le sue avventure passate, finchè il passato non la verrà a cercare e con modi per niente rassicuranti.
Non so perchè ho preso questo romanzo, Non è nelle mie corde, ma credo sia la fiducia che nutro nelle capacità dell'autrice. Infatti, mi sono trovata a leggere distrattamente le prime pagine chiedendomi cosa ci fosse di interessante in una donna vinta dalla vita che si rifugia fra le suore. Mi sbagliavo moltissimo. Juliette non è affatto una vinta della vita, ha energie da vendere ed è ancora pronta a combattere, come dimostrerà di lì a poco. Il romanzo è corale, i capitoli sono raccontati in prima persona a volte da Juliette a volte da LeCorbeau, I personaggi, non solo i protagonisti, sono curati e sembrano vivere di vita propria, uno più interessante e coinvolgente dell'altro. Le Corbeau in particolare è estremamente affascinante, un uomo privo di qualsiasi scrupolo che non esita a sacrificare chiunque per arrivare dove deve e Juliette, forte come una tigre che si scaglia contro la sua gabbia fino a romperla e a riconquistare la sua libertà. Un romanzo magico, che sa come conquistare il lettore.

Voto:




Cambiamo genere e passiamo agli YA, i libri per giovani adulti che destano spesso qualche critica per la pessima scrittura o le banalità della trama, cui mi accodo. Non ho potuto, però, evitare di leggere Virals, il primo libro del genere scritto da Kathy Reichs (l'autrice che ha dato vita al telefilm Bones). Con al Reichs condivido quasi la professione e me ne sono subito appassionata, sebbene fra alti e bassi.

Trama:

Tory Brennan è una quattordicenne, nipote della celeberrima antropologa Temperance Brennan, che vive con il padre, Kit. a Charleston.
Con il suo "branco": Hiram, il buffone genio informatico, Ben, il belloccio misterioso, e Shetlon, il meccanico del gruppo, si trova a penetrare abusivamente nella struttura  di ricerca dove lavora il padre. Qui, in perfetto stile Peter Parker i ragazzi si infettano di un virus canino sperimentale e assumono dei nuovi superpoteri collegati alle capacità dei lupi.

In questo primo libro della serie, i ragazzi si trovano a fare i conti con il creatore del virus che li ha contagiati, che li sospetta di essere gli intrusi del laboratorio e con l'omicidio irrisolto di una ragazza che li rende vittime di una seria di sicari a pagamento.
Per salvarsi la vita i Virals devono fare i conti alla svelta con i loro nuovi poteri e venire a capo dei colpevoli dell'omicidio per neutralizzarli.

Il libro è uno YA, quindi non mi aspettavo moltissimo, ma è anche stato scritto da Kathy Reichs, quindi mi aspettavo comunque una lettura piacevole. Quest'ultimo punto è stato rispettato. La scrittura della Reichs, per quando si impegni non arriva mai alla banalità e all'inesattezza di certi YA.
Il punto negativo del libro credo sia stato il desidero di trasferire Temperance su Tory. Tory è una ragazzina di 14 anni, con spiccata curiosità scientifica, che ha letto tutti i libri della zia e che sa un sacco di cose che una quattordicenne non sa. Riconosce che lo scheletro che trova è femmina, lo scava come lo scaverebbe un archeologo addestrato e via dicendo. Si, fa anche la saputella come la zia. Pensando a me stessa a quattordici anni, la cosa sembra molto esagerata. In effetti, la Reichs stessa si rende conto che il bagaglio di conoscenze ed esperienza di Tory è esagerato per una ragazzina e cerca di sfumare qui e lì, ma non troppo bene.
Al di là di questa Temperance bambina e del prestito da Spiderman/Wolverine (ma del resto...non esistono superpoteri che non siano già stati scritti), il libro è scorrevole, ben scritto e coinvolgente. La trama è interessante e sensata, con un bel colpo di scena finale. Un thriller piacevole. C'è un tentativo della Reichs di uniformarsi agli YA cercando di trasformare Tory in una debuttante, ma dopo il primo ballo in società, è capitolo chiuso.
Da questo libro ho capito che: Kathy Reichs è troppo intelligente per riuscire a scrivere uno YA da manuale e si legge fra le righe, ma il risultato è del tutto sopra la media, credo proseguirò la serie.

Voto:



mercoledì 24 giugno 2015

Muffin al cioccolato



Buongiorno!
Oggi ho  fatto i Muffin al cioccolato, che per me sono quelli classici: quando penso ai muffin, li penso sempre così. 
Sono una grande fan di questo dolcetto, è più rapido e semplice di una torta ed estremamente versatile. Quando ho ospiti e poco tempo, spesso ripiego su di loro. Vi consiglio di lasciar stare i pirottini in silicone e prendervi direttamente delle teglie per muffin. Io ne ho due da 6, quindi 12 muffin alla volta. Le trovo più maneggevoli  e rapide. Di solito metto il pirottino di carta dentro le teglie e finita lì.
Un giorno mi piacerebbe imparare a decorarli un po', ma io purtroppo sono tarata su "dolci buoni ma bruttini".

Muffin al Cioccolato



Ingredienti:
per circa 20 muffin


  • 180 ml di latte fresco
  • 1 bustina di lievito per dolci
  • 300 g di zucchero
  • 150 g di burro 
  • 1 pizzico di sale
  • semi di una bacca di vaniglia (o aroma)
  • 70 g di cacao in polvere
  • 4 uova
  • 300 g di farina
  • 100 g di cioccolato fondente scagliato (io ne metto sempre di più :p)
Procedimento:

Fate fondere il burro in un pentolino, senza farlo bollire, basta scaldarlo un po'.
In una ciotola mescolare le polveri: farina, lievito, cacao, sale, così da unirle bene e sciogliere eventuali grumi.
In un altra ciotola sbattete burro, zucchero, vaniglia e uova fino a ottenere un composto spumoso. Io di solito uso le fruste elettriche (che nella casa nuova ancora non ho, sigh!). Aggiungere il latte.
Unite le polveri al composto ottenuto e incorporare bene.
Aggiungere le scaglie di cioccolato e mescolare.
Versare il composto nei pirottini con un cucchiaio, riempiendoli non oltre la metà (i muffin crescono di almeno il doppio in forno e finiscono per debordare). 
Infornate i muffin in forno preriscaldato a 180° per 30'.

Buon appetito :)

martedì 23 giugno 2015

Santa's Village: 1 Santa's House

Buon pomeriggio!
Si è aggiunto da poco ai miei interessi un nuovo passatempo per le giornate uggiose (che in questo periodo da me sono tante!) e per le serate casalinghe. Davanti alla tv mi annoio, ma sono abituata che,  la sera a casa si sta tutti insieme sul divano, prima con i miei, e ora con il mio ragazzo,
La tv non mi attira per nulla, anche perchè la volta che fanno un bel film, mi segno il titolo e me lo guardo in streaming, così non finisce all'una di notte causa interruzioni pubblicitarie.
Ecco, in queste serate solitamente io me ne sto sul divano a leggere o a fare altro. Da qualche anno ho scoperto una spiccata curiosità per gli hobby femminili che erano in voga ai tempi delle eroine austeniane, soprattutto l'uncinetto.

Grazie al blog di Irene, bravissima nel ricamo (andate a sbirciare i suoi lavori!), ho scoperto un progetto carinissimo, il Santa's Village, un progetto natalizio a punto croce in 12 tappe. Le tappe sono calcolate per essere una al mese, ma  io lo ho scoperto ora.
Ho ordinato le prime tre, con i materiali consigliati dal sito. Non so assolutamente ricamare, quindi ho preferito andare sul sicuro. Da piccola ricamavo ogni tanto quei cuscini prestampati su tela Aida. Beh, il progetto in questione è tutta un'altra storia!

le prime tre tappe :)

Prima di tutto bisogna capire quanti fili usare e come usarli. Alla fine, consultando vari blog credo di aver scoperto che con la tela di lino Belfast che ho preso si usano 2 capi di filo alla volta e che la crocetta si fa saltando un forellino fra un punto e l'altro. Insomma, viene una crocetta di 3x3 forellini.
Solo che sulla tela Aida della mia infanzia i buchi erano enormi, qui ci si cava gli occhi all'inizio. Per fortuna, con il tempo ci si abitua e ora i punti sono quasi automatici.

Secondo dilemma è stato dividere la tela a metà e posizionare i vari quadretti da ricamare:
- quanto sono grandi?
- quanti bordi devo lasciare?

Boh!! Io ho fatto un po' a casaccio sinceramente. Ho trovato la metà, e poi diviso la tela a occhio, ma ho scoperto di non aver preso per nulla il centro. In più ho calcolato troppo abbondantemente i miei quadretti. Lo avevo previsto però, quindi avevo il piano B:li ricamo così come o iniziato, poi taglio la tela e faccio un orlo decente.

Il mese scorso ho ricamato la casa di Babbo Natale, mi è piaciuto molto e il risultato è del tutto apprezzabile, nonostante un paio di punti sbagliati che mi auguro non si notino. Se ho voglia li rifarò..ma non credo!


Dai non è male no per essere la prima volta? Io sono molto soddisfatta, anche se sto pensando di sostituire i bottoni e occhi di Babbo Natale con delle perline nere, così da animare un po' il tutto.
La casetta è storta per la spiegazzatura della tela.

Ora sto provando la seconda teppa: Poinsetta Place.
Lo schema mi piace molto meno, ma su 12 ci sta che qualcuno mi lasci un po' meno entusiasta no?
Che ne dite?
Un bacio
Life

martedì 28 aprile 2015

Serie Tv - New Girl

Buongiorno!
Buone notizie..oggi vado a controllare per la mia connessione...speriamo in bene!

Oggi volevo parlare un po' con voi di serie tv. In particolare di una che ho appena finito di vedere: New Girl.
Da ragazzina non guardavo nessuna serie tv, un po' perchè non mi era permesso guardare la televisione il pomeriggio durante l'anno scolastico (all'epoca una maledizione, ma con il senno di poi, grazie mamma!!), un po' perchè ad un certo punto mi ci ero abituata e quindi preferivo leggere o scendere a giocare con gli altri ragazzi.
Mi sono persa cose come Dawson's Creek, OC, Streghe e compagnia.
Ultimamente sono stata conquistata anche io dalla mania per le serie tv, alcune mi catturano proprio, al punto di doverle assolutamente vedere tutte e subito (leggi: Elementary) altre le segue più sporadicamente con intervalli di pausa. La mia ignoranza in ambito serie tv, però, rimane e all'appello mancano cose come Lost, per capirci.
Se avete qualche bella serie da consigliarmi, sono qui!



Ma veniamo a New Girl. Non so perchè ho deciso di iniziare con questa, forse perchè all'inizio per me è stata una specie di folgorazione, anche se non è durata.
New Girl si inserisce nel filone di quelle serie comiche di cui fanno parte cose come The Big Bang Theory, How I met your mother o Scrubs (sebbene il paragone con Scrubs mi faccia un po' storcere il naso).
Nel caso di New Girl, ci troviamo in un appartamento di trentenni: tre ragazzi sono alla ricerca di un coinquilino con cui dividere le spese, quando si presenta Jessica Day (Zooey Deschanel, la sorella di Emily/Bones) e con il suo asso nella manica, le amiche modelle, viene accettata. Inizia una strampalata convivenza da studentato, in quella che però è una generazione ormai fuori dal percorso di studi.
L'unico occupato e con possibilità di carriera è Schmidt (Max Greenfield), Jess fa l'insegnante ma si trova a fare i conti con un licenziamento e con l'impossibilità di trovare un nuovo lavoro, Nick (Jake Johnson) fa il barista ma senza prospettive, con uno stipendio misero e perennemente in bolletta, Winston (Lamorne Morris) sogna grandi cose e poi ripiomba nella realtà delle possibilità molto finite.
Quella di New Girl, sotto sotto, è un'interessante analisi della situazione dei ragazzi appena usciti dalle università, con nessun soldo in tasca e prospettive lavorative da fare schifo, fra stage non pagati, contratti a progetto e via dicendo. Peccato che questo lato più serio si vada totalmente a perdere con il proseguire della serie per arrivare nell'idiozia pura.


La prima serie è divertente, ci sono ottime gag (alcune sono veramente belle), il telefilm non cerca di elevarsi al di sopra di ciò che è: un intrattenimento ben fatto ma senza altro scopo che divertire per quella mezz'ora. Si apprezzano i personaggi e le loro stranezze, persino Jessica e il suo mondo da fiaba risultano divertenti.
Il format degli episodi è semplice: i ragazzi vengono messi alle prese con qualche evento, che va da una matrimonio a una semplice uscita serale, le cose precipitano, si trovano soluzioni al limite dell'immaginabile e alla fine la loro amicizia vince su tutto.
La prima serie mi era proprio piaciuta. Poi i produttori hanno iniziato a calcare la mano e parecchio, finendo per regalarci una vera idiozia! Jess diventa talmente strampalata che anzichè far ridere fa raccapriccio, le gag sono demenziali e in generale si perde tutta la verve del telefilm. Ci sono degli episodi in cui vi sentite quasi offesi da quanto gli sceneggiatori pensano siate idioti. 

Sono fermamente convinta che gli americani ad un certo punto dovrebbero interrompere le serie, per quanto successo facciano, continuandono alla nausa, finiscono solo per annoiare lo spettatore e per esaurire le idee, rovinando quanto di buono era stato fatto.
New girl conferma questa regola in pieno. La comicità è bella, ma l'idiozia non è comicità.


venerdì 27 marzo 2015

diventando una runner: week #1

Buongiorno!
Vi avevo parlato della mia volontà di iniziare a correre. Da allora sono passati un bel po' di giorni senza che io effettivamente iniziassi a fare qualcosa, come è ovvio. Ho rimandato per tanti anni, potevo mai iniziare appena deciso di iniziare?

Comunque, non avrete mie foto da prima e dopo e roba simile, il mio scopo non è quello, ma solo aumentare la mia resistenza. Concepisco la corsa più come allenamento e come rilassamento. Si, ho detto rilassamento. Quando si è focalizzati su qualcosa, come può essere per me studiare, un ottimo modo per staccare e rilassarsi è fare dell'attività fisica. Se stancate per bene il corpo, la mente va di conseguenza, invece che continuare a girare attorno allo stesso problema. Provateci!

Un mio grandissimo problema da "domani divento una runner, ma forse no", è l'approccio che ho sempre avuto alla corsa. In pratica, metto le mie scarpe da running, esco di casa e corro finchè non mi stanco (ossia subito). Mi rendo conto che ho fatto schifo, mi demoralizzo e getto la spugna.
Questa volta ho deciso di darmi degli obiettivi più monitorabili e più adatti a una principiante. Sul web ci sono centinaia di tabelle per chi vuole iniziare con questo sport, così ne ho preso una a casaccio e ci ho provato.
fonte

Sapete una cosa? Funziona! Queste tabelle sono strutturate in modo da non lanciarvi a proiettile in mezzo al nulla, prosciugarvi e demoralizzarvi, ma sono fatte apposta per farvi correre una discreta distanza fin da subito, ma con calma, un passo alla volta.

Della mia tabella (non ricordo da dove viene, se lo sapete ditemelo!) ho finito la prima settimana che prevedeva:

  • lunedì: 1' di corsa e 2' di camminata, da ripetersi per 10 volte. Sembra poco? Alla fine della sessione avrete corso 10 minuti! Ci siete mai riusciti prima? Io sono tornata a casa stanca ma felice per la distanza percorsa
  • martedì: 30' di camminata
  • mercoledì: 1' di corsa e 2' di camminata (x10)
  • giovedì: 30' di camminata
  • venerdì: 1' di corsa e 2' di camminata (x10)
  • sabato: 30' corsa
  • domenica: riposo
Io ho saltato i giorni di camminata, per motivi più che altro legati al tempo, non posso programmare del tempo libero per tutti i giorni della settimana, ma ho fatto i giorni di corsa e vista la riuscita della cosa, ho deciso di proseguire con la seconda settimana. 
Non preoccupatevi, la seconda settimana aumenta gradatamente, ma ogni giorno, i minuti di corsa. Questa prima settimana è un riscaldamento dei muscoli e un tentativo di crearsi la routine. Io mi ci sono trovata benissimo! Sono riuscita a portare a termine gli obiettivi e a correre in modo decente. Sono felicissima!



Qualcuno di voi ha iniziato questo sport da poco come me? Qualcuno corre già da molto? Avete consigli?
Un bacio
Life

mercoledì 11 marzo 2015

Cooking #1: Praline al cocco

Buongiorno!
Quando sono a casa, spesso per rilassarmi cucino. Non so da dove mi venga questa passione, ma trovo estremamente rilassante dedicarmi ai fornelli (un po' meno ripulire il caos). La cosa che preferisco fare in assoluto sono i dolci e del resto, sono sempre quelli più fantasiosi e che danno più soddisfazioni.
Il dolce per cui mi sto preparando a  cimentarmi sono i maledettissimi Macaroon per l'ennesima volta (momento che bramo e cerco di evitare allo stesso tempo). Adoro il loro sapore, ma costano così tanto  per dei dolcetti che ho deciso di imparare a farli. Il mio primo tentativo è fallito miseramente, quindi dando la colpa alla teglia, mi sono presa quella adatta...ma ne parleremo prossimamente!
Qualcuna più pratica ha consigli da darmi prima che io cominci?

Intanto, vorrei lasciarvi una ricettina facilissima e di sicuro successo da portare a una cena o a una festa: le praline al cocco. Io le faccio spesso quando sono invitata, perchè sono veloci e fanno la loro figura oltre a piacere sempre tantissimo.

La foto non è mia, non arrivo mai a farne, ma la sostituirò appena possibile (link)
Difficoltà♤♤♤♤

Ingredienti

250 g di ricotta
200 g di zucchero
200 g di farina di cocco (+ altra per la decorazione)
50 g di cacao amaro

Preparazione

Amalgamate la ricotta con lo zucchero fino a ottenere un composto omogeneo, quindi aggiungete la farina di cocco e il cacao. Continuate a mescolare per bene gli ingredienti, quindi facendo rotolare l'impasto fra le mani preparare delle palline.
Io di solito mi aiuto nelle dosi con un cucchiaino, così da prelevare una quantità di composto più o meno uguale per ogni pallina.
Fate rotolare le palline nel cocco avanzato così da ricoprirle per bene.

Lasciate in frigo per un paio di ore, così che le palline si solidifichino un po' e sono pronte per essere servite.

Come vi dicevo, una ricetta davvero semplicissima eppure molto gustosa.

lunedì 16 febbraio 2015

The prestige


Rieccomi, reduce dalla visione di The prestige con qualche commento a caldo.
The prestige è un film di Cristopher Nolan, uscito nelle sale italiane nel 2006.
La storia si svolge nell'affascinante mondo della magia e racconta la vita di due prestigiatori la cui rivalità non si ferma di fronte a nulla, fino all'inevitabile tragedia.
Adoro i film sull'illusionismo, adoro gli illusionisti e in effetti, quando posso me li vado a vedere volentieri.
Tuttavia, in questo film non ci sono molti numeri nel vero senso della parola, il mondo del palcoscenico è spesso eclissato dalle vicende dei due protagonisti. Ci sono trucchi semplici e anche grossolani, come quello della gabbia con la colomba. Ma ci può stare, il mondo dell'illusionismo non era che alle prime sperimentazioni e i maghi sono quasi secondi ai loro inventori di macchine.
Nonostante la mancanza di magia, la storia dei due nemici, interpretata dai bravissimi Christian Bale e Hugh Jackman (amo quest'uomo), spalleggiati dalla bella Scarlett Johansson affascina e porta il film a un livello più che ottimo.
Si tratta di uno di quei film che non lascia il tempo per annoiarsi o porsi troppe domande, gli eventi si susseguono in modo rapido, niente è ciò che sembra e ognuno si allea con chi gli fa più comodo in un gioco continuo di alleanze.
Il precario equilibrio fra i due prestigiatori, fatto di continue vendette, crolla definitivamente quando Bale, nel ruolo di Alfred Borden sperimenta un nuovo trucco e Jackman, come Robert Angier ricorrerà ad ogni mezzo pur di ottenere il segreto.



Il film è un Nolan di quelli tosti, con un ottimo cast, un'ottima regia e una trama che si salva nonostante io abbia odiato il finale.
Purtroppo, è un finale che ho trovato molto deludente, il classico finale da "non sappiamo che pesci pigliare, non ci viene in mente nulla per il colpo di scena e allora imbrogliamo", si perchè il finale mi ha ricordato molto i deux ex machina del teatro greco: a un certo punto la situazione diventa ingestibile e quindi si riporta in carreggiata rattoppando alla bell'è meglio. In questo caso, in un contesto del tutto reale e concreto Nolan va a parare nella pura fantascienza andando a ripescare niente meno che l'amico Tesla (interpretato da David Bowie) e le leggende a lui correlate. Un cambio di genere che stona e che fra l'altro è intuibile fin dalla comparsa di Tesla, perfino per chi non sa chi sia.

In quel momento ho sentito la buona cara Annie Wilkes gridare:

Se non avete letto Misery di S. King, fatelo!
Annie odia li escamotage irreali!
A difesa del film va detto che nonostante la caduta di stile finale -che diciamolo, si salva un po' quando viene svelato il segreto di Borden, questo si è un bel colpo di scena e aggiunge fascino alla storia- resta comunque un ottimo film. Incredibile! Come ci riesci, Nolan?

Voto: 8