Buon fine settimana!
Un piccolo post per un aggiornamento sui lavori in corso con il ricamo. Tempo fa, prendendo la seconda parte dello schema del Santa's Village su casacenina.it mi avevano colpito una serie di schemi della collezione John Clayton, e visto che erano in offerta ne ho preso uno per provare. Non sapendo ancora se il ricamo avrebbe avuto un seguito o no dopo la mia prima esperienza ho deciso di lasciar stare gli altri della serie.
Tanto per rompere con le casette natalizie ho iniziato anche questo schema. Il soggetto è proprio semplice, ma a me piace moltissimo. Credo sia l'ambientazione che mi ricorda molto la casetta della famiglia Bennet nel film Orgoglio e Pregiudizio. Vediamo come viene. Se il risultato è apprezzabile potrei provare con gli altri.
Una cosa che mi piace molto è che per creare delle lievi sfumature di colore in questo schema spesso si usano due fili di tonalità diverse al posto di due uguali per i punti. Una tecnica nuova per me (che del resto ho ricamato solo il Santa's Village!!).
Ecco qui la prima piccola parte del ricamo (molto stropicciato come il mio solito! dovrei cercare dei cerchi più grandi) e come dovrebbe risultare:
Sto usando i materiali previsti dallo schema, che potete trovare qui: Morning Delivery
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sabato 30 aprile 2016
giovedì 10 settembre 2015
Santa's Village 3: Post Office
Buongiorno!
Nel mese di agosto sono nuovamente sparita, ma no, non sono andata in vacanza purtroppo. Ho ripreso in mano la mia eterna tesi e a quanto pare a ottobre mi hanno dato il via per laurearmi (finalmente)! Inoltre ho trovato lavoro, circa. Sono solo poche ore, ma meglio che niente per ora.
Quella della ricerca lavoro è davvero una cosa snervante.
In più c'è la possibilità all'orizzonte di trasferirci nuovamente in un appartamento nostro. Ma ve lo dirò quando e se accadrà.
Per tornare all'argomento del post, sono riuscita a finire un'altra delle casette del Santa's Village: la posta! Le letterine finalmente arriveranno a Babbo Natale.
Nel mese di agosto sono nuovamente sparita, ma no, non sono andata in vacanza purtroppo. Ho ripreso in mano la mia eterna tesi e a quanto pare a ottobre mi hanno dato il via per laurearmi (finalmente)! Inoltre ho trovato lavoro, circa. Sono solo poche ore, ma meglio che niente per ora.
Quella della ricerca lavoro è davvero una cosa snervante.
In più c'è la possibilità all'orizzonte di trasferirci nuovamente in un appartamento nostro. Ma ve lo dirò quando e se accadrà.
Per tornare all'argomento del post, sono riuscita a finire un'altra delle casette del Santa's Village: la posta! Le letterine finalmente arriveranno a Babbo Natale.
Sono stata fedele allo schema tranne per una parete della casa che doveva essere rossa, ma in questa scena c'è già troppo rosso e la ho tenuta un po' più chiara.
Adoro le letterine appese, sono troppo carine :)
Se per Natale voglio finire (dubito) sarà meglio darsi una mossa!
Ciao,
un bacio!
sabato 4 luglio 2015
Un mese di libri - parte 2 e TBR
Buongiorno a tutti, soprattutto a chi si sta squagliando di caldo!
Continuiamo con i piccoli pensieri sulle letture del mese appena trascorso, ossia giugno (ma no!).
Premetto che ho un brutto rapporto con gli autori italiani. Non mi va mai di leggerli, poi però mi sento in colpa, perchè sia al cinema che in libreria schifo i miei compatrioti e magari nemmeno con buone cause. Quest'anno, prendendomi per tempo, ho deciso di fare ammenda stampandomi la lista dei candidati al premio Strega e leggendone la maggior parte. Io odio il premio Strega, nel senso che i pochi che ho letto non mi sono piaciuti per niente, ma sono convinta che fra i candidati vi siano autori più che validi e che sia la giuria poi a cileccare, per un gusto tutto italiano di far vincere sempre le cose più intricate, filosofiche e con quel sapore di riflessione deprimente e onirica che non mi va di star lì a capire (chiamatemi pure ignorante).
Ad ogni modo, comprare i libri era fuori discussione, ne ho circa 60 da leggere a casa, quindi mi sono messa in pausa acquisti. Per fortuna esistono le biblioteche. Volevo partire con Elena Ferrante di cui tutti parlano un gran bene, con il primo romanzo della saga dell'amica geniale, ma è sempre in prestito in tutte le biblioteche della mia provincia! Insomma è introvabile.
Mi sa che finirò per comprarlo. Magari come ricompensa per il mio nuovo e breve lavoro (breve ma intenso, garantito).
Scoraggiata ho notato che anche molti degli altri candidati erano in prestito per la maggior parte del tempo. Finchè, dopo una ricerca di ore ho beccato Chi manda le onde di Fabio Genovesi.
Non mi ispirava. Quella copertina con il furgoncino prometteva appunto il sopracitato libro nostrano con riflessioni un po' hippie sulle difficoltà dell'esistenza, ma...sorpresa!
Quello di Genovesi è un romanzo bello cicciotto, eppure è finito senza che neanche me ne accorgessi. Ambientato a Forte dei Marmi, racconta le vicende un po' realistiche un po' favoleggiate di una famiglia del luogo alle prese con i mille problemi della vita. Serena è una madre single con due figli, il bravissimo e bellissimo Luca e la più piccola, Luna, una bambina albina e quindi chiusa nel suo mondo e bersaglio delle prepotenze della scuola. Accanto a questi tre personaggi si intrecciano le vicende di Zot, un compagni di Luna, adottato da Cernobyl e abbandonato dalla madre adottiva presso il padre di lei, un uomo anziano e duro che sorveglia la sua proprietà armato come ai tempi della guerra e che di Zot non ne vuole sapere.
Abbiamo poi un gruppo di amici, tre quarantenni, che rappresentano il ritratto dei falliti. Sono tre amici che non si rendono ancora conta di non avere più diciotto anni e di non poter più vivere di espedienti come allora. Sono una perfetta metafora di una generazione cresciuta nella comodità che si ritrova adulta a non sapere fare nulla. Lo scorrere del tempo intreccerà sempre più queste vite, producendo combinazioni imprevedibili.
Il libro di Genovesi affronta varie tematiche ma sempre in modo leggero, senza inutili giri di parole, lasciando che siano i fatti a parlare. Una cosa che mi ha colpita moltissimo per questo autore è la sua capacità di sviscerare i personaggi nei dettagli quotidiani, quelli che la maggior parte della gente non sa descrivere perchè così abituali da essere ignorati. Fabio Genovesi fonda il suo romanzo proprio su questa quotidianità e la coglio con occhio attento ed esperto, trasmettendolo anche attraverso la scrittura che ricalca i modi del parlato ma con la classe propria della scrittura. Il suo è davvero il racconto di una piccola parte di umanità.
Voto:
Questo era l'ultimo libro letto nel mese di giugno, ma mi ha lasciato la voglia di continuare a scoprire la lista dei candidati allo Strega.
Per il mese di luglio invece, complice il gruppo di lettura cui mi sono unita su Goodreads leggerò:
Continuiamo con i piccoli pensieri sulle letture del mese appena trascorso, ossia giugno (ma no!).
Premetto che ho un brutto rapporto con gli autori italiani. Non mi va mai di leggerli, poi però mi sento in colpa, perchè sia al cinema che in libreria schifo i miei compatrioti e magari nemmeno con buone cause. Quest'anno, prendendomi per tempo, ho deciso di fare ammenda stampandomi la lista dei candidati al premio Strega e leggendone la maggior parte. Io odio il premio Strega, nel senso che i pochi che ho letto non mi sono piaciuti per niente, ma sono convinta che fra i candidati vi siano autori più che validi e che sia la giuria poi a cileccare, per un gusto tutto italiano di far vincere sempre le cose più intricate, filosofiche e con quel sapore di riflessione deprimente e onirica che non mi va di star lì a capire (chiamatemi pure ignorante).
Ad ogni modo, comprare i libri era fuori discussione, ne ho circa 60 da leggere a casa, quindi mi sono messa in pausa acquisti. Per fortuna esistono le biblioteche. Volevo partire con Elena Ferrante di cui tutti parlano un gran bene, con il primo romanzo della saga dell'amica geniale, ma è sempre in prestito in tutte le biblioteche della mia provincia! Insomma è introvabile.
Mi sa che finirò per comprarlo. Magari come ricompensa per il mio nuovo e breve lavoro (breve ma intenso, garantito).
Scoraggiata ho notato che anche molti degli altri candidati erano in prestito per la maggior parte del tempo. Finchè, dopo una ricerca di ore ho beccato Chi manda le onde di Fabio Genovesi.
Non mi ispirava. Quella copertina con il furgoncino prometteva appunto il sopracitato libro nostrano con riflessioni un po' hippie sulle difficoltà dell'esistenza, ma...sorpresa!

Abbiamo poi un gruppo di amici, tre quarantenni, che rappresentano il ritratto dei falliti. Sono tre amici che non si rendono ancora conta di non avere più diciotto anni e di non poter più vivere di espedienti come allora. Sono una perfetta metafora di una generazione cresciuta nella comodità che si ritrova adulta a non sapere fare nulla. Lo scorrere del tempo intreccerà sempre più queste vite, producendo combinazioni imprevedibili.
Il libro di Genovesi affronta varie tematiche ma sempre in modo leggero, senza inutili giri di parole, lasciando che siano i fatti a parlare. Una cosa che mi ha colpita moltissimo per questo autore è la sua capacità di sviscerare i personaggi nei dettagli quotidiani, quelli che la maggior parte della gente non sa descrivere perchè così abituali da essere ignorati. Fabio Genovesi fonda il suo romanzo proprio su questa quotidianità e la coglio con occhio attento ed esperto, trasmettendolo anche attraverso la scrittura che ricalca i modi del parlato ma con la classe propria della scrittura. Il suo è davvero il racconto di una piccola parte di umanità.
Voto:
Questo era l'ultimo libro letto nel mese di giugno, ma mi ha lasciato la voglia di continuare a scoprire la lista dei candidati allo Strega.
Per il mese di luglio invece, complice il gruppo di lettura cui mi sono unita su Goodreads leggerò:
Good Omens perchè adoro Pratchett e adoro Gaiman, figuriamoci se si mettono insieme!
La casa degli spiriti perchè della Allende ho letto solo un libro per bambini e lo ho adorato.
Ritornati dalla polvere perchè ho amato Farenheit 451 e non vedo l'ora di conoscere altre opere di Bradbury.
Senza nome perchè mi era piaciuta molto La donna in Bianco di Collins. Questo promette di essere di genere diverso, ma è altrettanto lungo..unica pecca dell'autore (800 pagine!).
La collina dei conigli perchè è troppo che lo ho iniziato ed è ora di finirlo. Non mi ha presa. Da piccola mi sarebbe piaciuto moltissimo ed è una bella lettura ma sono sempre attratta da altro.
E voi cosa leggerete questo mese? Avete letto qualcosa di quello che leggerò? Avete consigli?
Un bacio
Life
venerdì 3 luglio 2015
Santa's Village 2: Poinsetta Place
Buongiorno!
Come sono da voi le temperature? Da me abbiamo raggiunto i 38 gradi. Mi sto letteralmente sciogliendo.
Questo caldo mi mette fuori uso alla grande, così ho cercato di vincere la fiacchezza con cose leggere e ho terminato la seconda tappa del Santa's Village: Poinsetta Place.
Come sono da voi le temperature? Da me abbiamo raggiunto i 38 gradi. Mi sto letteralmente sciogliendo.
Questo caldo mi mette fuori uso alla grande, così ho cercato di vincere la fiacchezza con cose leggere e ho terminato la seconda tappa del Santa's Village: Poinsetta Place.
Metto in agenda di imparare a fare delle foto decenti e a presentarle altrettanto decentemente. Questa era la casetta che mi piaceva meno, ma non oso ancora fare modifiche, potrei stravolgere tutto. Alla fine però è carina anche lei e il risultato d'insieme mi piace molto.
In questo caso ho dovuto disfare e rifare tutto il rametto perchè avevo fatto un punto troppo lungo all'inizio senza rendermene conto. Ma ci sono riuscita!
(L'uccellino non è adorabile? Io impazzisco per questo tipo di dettagli)
Ora inizierò con l'ufficio postale, così le vostre letterine arriveranno a destinazione. Prevedo un tempo lungo per la lavorazione perchè da lunedì inizio a lavorare, anche se solo per un mese. Meglio di niente visto che per ora non ho trovato altro.
Poi ordinerò altre tre tappe visto che con queste prime è andata bene. Sto prendendo il progetto a scaglioni per sentirmi meno in colpa per i costi :p ma p così bello!! Farà un figurone a Natale (se sarà pronto).
Buon caldissimo pomeriggio.
Life
mercoledì 1 luglio 2015
Un mese di libri - parte 1
Buon giorno!
Come vi ho già detto, io adoro leggere, quindi vorrei condividere con voi le mie impressioni sui libri che leggo, magari qualcuno si trova ispirato!
Su Goodreads partecipo a qualche gruppo di lettura, trovo che le sfide proposte in questi gruppi mi permettano di spaziare nelle mie letture e di affrontare generi che non avrei mai preso in considerazione in altro modo.
Dividerò la cosa in più post per non scrivere cose chilometriche.
Il tema della mia sfida a Tema di questo mese era: SFIDA, e questo mi ha catapultata nel mondo della mia adoloscenza, con Il Magico Regno di Landover di Terry Brooks, autore che ho sempre amato moltissimo.
Trama:
Ben Holiday è un avvocato di successo perseguitato dalla morte della moglie che adorava. Quando trova su un catalogo dei grandi magazzini l'annuncio di un regno da fiaba in vendita è scettico, ma la volontà di costruirsi una nuova vita è così forte che si butta.
Il regno da favola, Landover, esiste e necessita di un re, ma Ben scoprirà che è un mondo in rovina e che se vuole salvarlo dovrà rimboccarsi le maniche e affidarsi ai suoi strani alleati: una mago che non sa fare magie, due coboldi, un uomo tramutato in cane per metà, e una bellissima silfide.
Terry Brooks non si smentisce nemmeno questa volta e con la sua scrittura semplice e curata riesce ancora ad annullare la superficie del foglio di carta per trasportare il lettore dritto su Landover.
Questa è una cosa di Brooks che ho sempre adorato, il suo modo di scrivere immediato seppur curato che permette di dedicarsi interamente alla magia della lettura.
La trama si svolge fra prove da superare e soluzioni in linea con il fantasy più classico, in cui il predestinato ha sempre i mezzi per trovare le sue risposte e vincere le sue guerre. Da questo punto di vista niente di nuovo, eppure Brooks è sempre nuovo, credo che sia il modo in cui riesce a staccare il lettore dalla realtà e farlo vivere le sue mille avventure. Le sue trame rispettano sempre i canoni del fantasy più tipico ma ogni volta è come riscoprirlo da capo.
Juliette è una zingara e cresce fra circhi e teatri ambulanti. Sfrontata, intrisa di un sapere pagano e antico, poco incline a seguire le regole umane e testarda. Conosce Guy LeCorbau, un imbroglione vestito in indumenti e atteggiamenti signorili con cui intreccerà una storia d'amore e odio intensa. Juliette, conosciuta come "la donna alata" per il suo numero di acrobazie su una esile fune, un giorno sparisce dalle scene. Il romanzo prende il via da una Juliette più pacata sebbene non ancora sottomessa che si è unita a un convento di suore. A farle prendere questa decisione è la sua nuova condizione di mamma che cerca una nuova stabilità per la sua neonata. Fra le suore di Saint Marie la donna trova una nuova dimensione, ma non abbandona le vecchie abitudini. Dal convento Juliette racconta le sue avventure passate, finchè il passato non la verrà a cercare e con modi per niente rassicuranti.
Trama:
Tory Brennan è una quattordicenne, nipote della celeberrima antropologa Temperance Brennan, che vive con il padre, Kit. a Charleston.
Con il suo "branco": Hiram, il buffone genio informatico, Ben, il belloccio misterioso, e Shetlon, il meccanico del gruppo, si trova a penetrare abusivamente nella struttura di ricerca dove lavora il padre. Qui, in perfetto stile Peter Parker i ragazzi si infettano di un virus canino sperimentale e assumono dei nuovi superpoteri collegati alle capacità dei lupi.
In questo primo libro della serie, i ragazzi si trovano a fare i conti con il creatore del virus che li ha contagiati, che li sospetta di essere gli intrusi del laboratorio e con l'omicidio irrisolto di una ragazza che li rende vittime di una seria di sicari a pagamento.
Per salvarsi la vita i Virals devono fare i conti alla svelta con i loro nuovi poteri e venire a capo dei colpevoli dell'omicidio per neutralizzarli.
Il libro è uno YA, quindi non mi aspettavo moltissimo, ma è anche stato scritto da Kathy Reichs, quindi mi aspettavo comunque una lettura piacevole. Quest'ultimo punto è stato rispettato. La scrittura della Reichs, per quando si impegni non arriva mai alla banalità e all'inesattezza di certi YA.
Il punto negativo del libro credo sia stato il desidero di trasferire Temperance su Tory. Tory è una ragazzina di 14 anni, con spiccata curiosità scientifica, che ha letto tutti i libri della zia e che sa un sacco di cose che una quattordicenne non sa. Riconosce che lo scheletro che trova è femmina, lo scava come lo scaverebbe un archeologo addestrato e via dicendo. Si, fa anche la saputella come la zia. Pensando a me stessa a quattordici anni, la cosa sembra molto esagerata. In effetti, la Reichs stessa si rende conto che il bagaglio di conoscenze ed esperienza di Tory è esagerato per una ragazzina e cerca di sfumare qui e lì, ma non troppo bene.
Al di là di questa Temperance bambina e del prestito da Spiderman/Wolverine (ma del resto...non esistono superpoteri che non siano già stati scritti), il libro è scorrevole, ben scritto e coinvolgente. La trama è interessante e sensata, con un bel colpo di scena finale. Un thriller piacevole. C'è un tentativo della Reichs di uniformarsi agli YA cercando di trasformare Tory in una debuttante, ma dopo il primo ballo in società, è capitolo chiuso.
Da questo libro ho capito che: Kathy Reichs è troppo intelligente per riuscire a scrivere uno YA da manuale e si legge fra le righe, ma il risultato è del tutto sopra la media, credo proseguirò la serie.
Come vi ho già detto, io adoro leggere, quindi vorrei condividere con voi le mie impressioni sui libri che leggo, magari qualcuno si trova ispirato!
Su Goodreads partecipo a qualche gruppo di lettura, trovo che le sfide proposte in questi gruppi mi permettano di spaziare nelle mie letture e di affrontare generi che non avrei mai preso in considerazione in altro modo.
Dividerò la cosa in più post per non scrivere cose chilometriche.
Il tema della mia sfida a Tema di questo mese era: SFIDA, e questo mi ha catapultata nel mondo della mia adoloscenza, con Il Magico Regno di Landover di Terry Brooks, autore che ho sempre amato moltissimo.
Trama:
Ben Holiday è un avvocato di successo perseguitato dalla morte della moglie che adorava. Quando trova su un catalogo dei grandi magazzini l'annuncio di un regno da fiaba in vendita è scettico, ma la volontà di costruirsi una nuova vita è così forte che si butta.
Il regno da favola, Landover, esiste e necessita di un re, ma Ben scoprirà che è un mondo in rovina e che se vuole salvarlo dovrà rimboccarsi le maniche e affidarsi ai suoi strani alleati: una mago che non sa fare magie, due coboldi, un uomo tramutato in cane per metà, e una bellissima silfide.
Terry Brooks non si smentisce nemmeno questa volta e con la sua scrittura semplice e curata riesce ancora ad annullare la superficie del foglio di carta per trasportare il lettore dritto su Landover.
Questa è una cosa di Brooks che ho sempre adorato, il suo modo di scrivere immediato seppur curato che permette di dedicarsi interamente alla magia della lettura.
La trama si svolge fra prove da superare e soluzioni in linea con il fantasy più classico, in cui il predestinato ha sempre i mezzi per trovare le sue risposte e vincere le sue guerre. Da questo punto di vista niente di nuovo, eppure Brooks è sempre nuovo, credo che sia il modo in cui riesce a staccare il lettore dalla realtà e farlo vivere le sue mille avventure. Le sue trame rispettano sempre i canoni del fantasy più tipico ma ogni volta è come riscoprirlo da capo.
Poi ho letto un libro di Johanne Harris, altra scrittrice che a me piace tantissimo, e che ha una grande versatilità, passando da un genere all'altro senza problemi. Molti la conosceranno per il film Chocolat, con Johnny Depp, tratto da un suo libro omonimo.
Trama:

Non so perchè ho preso questo romanzo, Non è nelle mie corde, ma credo sia la fiducia che nutro nelle capacità dell'autrice. Infatti, mi sono trovata a leggere distrattamente le prime pagine chiedendomi cosa ci fosse di interessante in una donna vinta dalla vita che si rifugia fra le suore. Mi sbagliavo moltissimo. Juliette non è affatto una vinta della vita, ha energie da vendere ed è ancora pronta a combattere, come dimostrerà di lì a poco. Il romanzo è corale, i capitoli sono raccontati in prima persona a volte da Juliette a volte da LeCorbeau, I personaggi, non solo i protagonisti, sono curati e sembrano vivere di vita propria, uno più interessante e coinvolgente dell'altro. Le Corbeau in particolare è estremamente affascinante, un uomo privo di qualsiasi scrupolo che non esita a sacrificare chiunque per arrivare dove deve e Juliette, forte come una tigre che si scaglia contro la sua gabbia fino a romperla e a riconquistare la sua libertà. Un romanzo magico, che sa come conquistare il lettore.
Cambiamo genere e passiamo agli YA, i libri per giovani adulti che destano spesso qualche critica per la pessima scrittura o le banalità della trama, cui mi accodo. Non ho potuto, però, evitare di leggere Virals, il primo libro del genere scritto da Kathy Reichs (l'autrice che ha dato vita al telefilm Bones). Con al Reichs condivido quasi la professione e me ne sono subito appassionata, sebbene fra alti e bassi.
Tory Brennan è una quattordicenne, nipote della celeberrima antropologa Temperance Brennan, che vive con il padre, Kit. a Charleston.
Con il suo "branco": Hiram, il buffone genio informatico, Ben, il belloccio misterioso, e Shetlon, il meccanico del gruppo, si trova a penetrare abusivamente nella struttura di ricerca dove lavora il padre. Qui, in perfetto stile Peter Parker i ragazzi si infettano di un virus canino sperimentale e assumono dei nuovi superpoteri collegati alle capacità dei lupi.
In questo primo libro della serie, i ragazzi si trovano a fare i conti con il creatore del virus che li ha contagiati, che li sospetta di essere gli intrusi del laboratorio e con l'omicidio irrisolto di una ragazza che li rende vittime di una seria di sicari a pagamento.
Per salvarsi la vita i Virals devono fare i conti alla svelta con i loro nuovi poteri e venire a capo dei colpevoli dell'omicidio per neutralizzarli.
Il libro è uno YA, quindi non mi aspettavo moltissimo, ma è anche stato scritto da Kathy Reichs, quindi mi aspettavo comunque una lettura piacevole. Quest'ultimo punto è stato rispettato. La scrittura della Reichs, per quando si impegni non arriva mai alla banalità e all'inesattezza di certi YA.
Il punto negativo del libro credo sia stato il desidero di trasferire Temperance su Tory. Tory è una ragazzina di 14 anni, con spiccata curiosità scientifica, che ha letto tutti i libri della zia e che sa un sacco di cose che una quattordicenne non sa. Riconosce che lo scheletro che trova è femmina, lo scava come lo scaverebbe un archeologo addestrato e via dicendo. Si, fa anche la saputella come la zia. Pensando a me stessa a quattordici anni, la cosa sembra molto esagerata. In effetti, la Reichs stessa si rende conto che il bagaglio di conoscenze ed esperienza di Tory è esagerato per una ragazzina e cerca di sfumare qui e lì, ma non troppo bene.
Al di là di questa Temperance bambina e del prestito da Spiderman/Wolverine (ma del resto...non esistono superpoteri che non siano già stati scritti), il libro è scorrevole, ben scritto e coinvolgente. La trama è interessante e sensata, con un bel colpo di scena finale. Un thriller piacevole. C'è un tentativo della Reichs di uniformarsi agli YA cercando di trasformare Tory in una debuttante, ma dopo il primo ballo in società, è capitolo chiuso.
Da questo libro ho capito che: Kathy Reichs è troppo intelligente per riuscire a scrivere uno YA da manuale e si legge fra le righe, ma il risultato è del tutto sopra la media, credo proseguirò la serie.
martedì 23 giugno 2015
Santa's Village: 1 Santa's House
Buon pomeriggio!
Si è aggiunto da poco ai miei interessi un nuovo passatempo per le giornate uggiose (che in questo periodo da me sono tante!) e per le serate casalinghe. Davanti alla tv mi annoio, ma sono abituata che, la sera a casa si sta tutti insieme sul divano, prima con i miei, e ora con il mio ragazzo,
La tv non mi attira per nulla, anche perchè la volta che fanno un bel film, mi segno il titolo e me lo guardo in streaming, così non finisce all'una di notte causa interruzioni pubblicitarie.
Ecco, in queste serate solitamente io me ne sto sul divano a leggere o a fare altro. Da qualche anno ho scoperto una spiccata curiosità per gli hobby femminili che erano in voga ai tempi delle eroine austeniane, soprattutto l'uncinetto.
Grazie al blog di Irene, bravissima nel ricamo (andate a sbirciare i suoi lavori!), ho scoperto un progetto carinissimo, il Santa's Village, un progetto natalizio a punto croce in 12 tappe. Le tappe sono calcolate per essere una al mese, ma io lo ho scoperto ora.
Ho ordinato le prime tre, con i materiali consigliati dal sito. Non so assolutamente ricamare, quindi ho preferito andare sul sicuro. Da piccola ricamavo ogni tanto quei cuscini prestampati su tela Aida. Beh, il progetto in questione è tutta un'altra storia!
Prima di tutto bisogna capire quanti fili usare e come usarli. Alla fine, consultando vari blog credo di aver scoperto che con la tela di lino Belfast che ho preso si usano 2 capi di filo alla volta e che la crocetta si fa saltando un forellino fra un punto e l'altro. Insomma, viene una crocetta di 3x3 forellini.
Solo che sulla tela Aida della mia infanzia i buchi erano enormi, qui ci si cava gli occhi all'inizio. Per fortuna, con il tempo ci si abitua e ora i punti sono quasi automatici.
Secondo dilemma è stato dividere la tela a metà e posizionare i vari quadretti da ricamare:
- quanto sono grandi?
- quanti bordi devo lasciare?
Boh!! Io ho fatto un po' a casaccio sinceramente. Ho trovato la metà, e poi diviso la tela a occhio, ma ho scoperto di non aver preso per nulla il centro. In più ho calcolato troppo abbondantemente i miei quadretti. Lo avevo previsto però, quindi avevo il piano B:li ricamo così come o iniziato, poi taglio la tela e faccio un orlo decente.
Il mese scorso ho ricamato la casa di Babbo Natale, mi è piaciuto molto e il risultato è del tutto apprezzabile, nonostante un paio di punti sbagliati che mi auguro non si notino. Se ho voglia li rifarò..ma non credo!
Dai non è male no per essere la prima volta? Io sono molto soddisfatta, anche se sto pensando di sostituire i bottoni e occhi di Babbo Natale con delle perline nere, così da animare un po' il tutto.
La casetta è storta per la spiegazzatura della tela.
Ora sto provando la seconda teppa: Poinsetta Place.
Lo schema mi piace molto meno, ma su 12 ci sta che qualcuno mi lasci un po' meno entusiasta no?
Che ne dite?
Un bacio
Life
Si è aggiunto da poco ai miei interessi un nuovo passatempo per le giornate uggiose (che in questo periodo da me sono tante!) e per le serate casalinghe. Davanti alla tv mi annoio, ma sono abituata che, la sera a casa si sta tutti insieme sul divano, prima con i miei, e ora con il mio ragazzo,
La tv non mi attira per nulla, anche perchè la volta che fanno un bel film, mi segno il titolo e me lo guardo in streaming, così non finisce all'una di notte causa interruzioni pubblicitarie.
Ecco, in queste serate solitamente io me ne sto sul divano a leggere o a fare altro. Da qualche anno ho scoperto una spiccata curiosità per gli hobby femminili che erano in voga ai tempi delle eroine austeniane, soprattutto l'uncinetto.
Grazie al blog di Irene, bravissima nel ricamo (andate a sbirciare i suoi lavori!), ho scoperto un progetto carinissimo, il Santa's Village, un progetto natalizio a punto croce in 12 tappe. Le tappe sono calcolate per essere una al mese, ma io lo ho scoperto ora.
Ho ordinato le prime tre, con i materiali consigliati dal sito. Non so assolutamente ricamare, quindi ho preferito andare sul sicuro. Da piccola ricamavo ogni tanto quei cuscini prestampati su tela Aida. Beh, il progetto in questione è tutta un'altra storia!
le prime tre tappe :) |
Prima di tutto bisogna capire quanti fili usare e come usarli. Alla fine, consultando vari blog credo di aver scoperto che con la tela di lino Belfast che ho preso si usano 2 capi di filo alla volta e che la crocetta si fa saltando un forellino fra un punto e l'altro. Insomma, viene una crocetta di 3x3 forellini.
Solo che sulla tela Aida della mia infanzia i buchi erano enormi, qui ci si cava gli occhi all'inizio. Per fortuna, con il tempo ci si abitua e ora i punti sono quasi automatici.
Secondo dilemma è stato dividere la tela a metà e posizionare i vari quadretti da ricamare:
- quanto sono grandi?
- quanti bordi devo lasciare?
Boh!! Io ho fatto un po' a casaccio sinceramente. Ho trovato la metà, e poi diviso la tela a occhio, ma ho scoperto di non aver preso per nulla il centro. In più ho calcolato troppo abbondantemente i miei quadretti. Lo avevo previsto però, quindi avevo il piano B:li ricamo così come o iniziato, poi taglio la tela e faccio un orlo decente.
Il mese scorso ho ricamato la casa di Babbo Natale, mi è piaciuto molto e il risultato è del tutto apprezzabile, nonostante un paio di punti sbagliati che mi auguro non si notino. Se ho voglia li rifarò..ma non credo!
Dai non è male no per essere la prima volta? Io sono molto soddisfatta, anche se sto pensando di sostituire i bottoni e occhi di Babbo Natale con delle perline nere, così da animare un po' il tutto.
La casetta è storta per la spiegazzatura della tela.
Ora sto provando la seconda teppa: Poinsetta Place.
Lo schema mi piace molto meno, ma su 12 ci sta che qualcuno mi lasci un po' meno entusiasta no?
Che ne dite?
Un bacio
Life
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