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mercoledì 11 maggio 2016

serialmente: Blindspot 1 e 2

Buonasera,
ieri per la prima volta Italia 1 ha trasmesso la nuova serie tv Blindspot.



Titolo: Blindspot
Trasmessa: Martedì alle 21.10 su Italia 1

Trama

A Manhattan un allarme bomba si rivela l'inizio di un'indagine che ha dell'assurdo. Un borsone sospetto viene abbandonato in strada, ma non contiene una bomba, bensì una donna nuda completamente tatuata.
Il primo indizio per decifrarla è chiara: il nome di Kurt Weller, agente dell' Fbi tatuato sulla schiena. Eppure, quando i due vengono messi a confronto, sono convinti di non conoscersi.
La donna, ribattezzata Jane Doe, non ricorda il suo passato, non è in nessuna database della polizia ma conserva perfettamente la sua memoria motoria. Una memoria che fa sospettare un allenamento preciso, quello dei Navy Seal, nonostante non ci siano donne nei Seal.
I suoi numerosi tatuaggi  vengono piano a piano svelati e diventano indizi per aiutare gli agenti federali a mettere in sicurezza le strade di Manhattan. Chi ha tatuato Jane? E chi è la donna in realtà? Un'amica o una nemica?

Ci vogliono circa 4 ore per applicare tutti i tatuaggi alla Alexander, che lavoraccio!


Cosa ne penso

I primi due episodi, quello trasmessi ieri sera in televisione mi hanno incuriosita parecchio. Quella che all'inizio sembrava una trama un po' scontata - se siete abituati al cinema scoprite chi ha tatuato Jane dopo i primi dieci minuti - diventa in realtà ricca di colpi di scena. Con mia sorpresa, il misterioso tatuatore si è mostrato poco dopo che io lo avevo intuito. Ho la sensazione che il creatore Martin Gero, sappia il fatto suo e che intenda giocare pulito con il suo spettatore, senza ricorrere a colpi di scena facili. Nei primi due episodi ci ha praticamente avvisati che la donna è o almeno è stata addestrata come un Navy Seal, che è chiaro chi le ha fatto i tatuaggi e che è sotto sorveglianza. Ci ha anche subito fatto capire che Kurt e Jane sono legati (anche se ancora non vi dico come, guardate la serie).
Eppure ogni carta svelata infittisce il mistero: perchè Jane è stata tatuata? Qual'è la sua missione? E cosa centra il suo legame con Kurt? Chi aveva accesso alle informazioni, spesso top secret, riportate sul suo corpo?

La trama, almeno all'inizio è avvincente e con buone probabilità che non si risolva nell'ennesimo poliziesco dall'inizio scoppiettante e dallo svolgimento simile a tutti gli altri. Gli attori mi sono piaciuti e i personaggi anche. Jane -Jaimie Alexander- è fragile e allo stesso tempo è una wonderwoman. Il suo addestramento la rende fortissima, ma a differenza dei clichè, dentro è spaesata e priva di punti di riferimento, cosa che la spinge a cercare aiuto in chi le è vicino. Una bella personalità sfaccettata. Kurt -Sullivan Stapleton- è più tipico come agente, quello forte con il cuore tenero e il passato tormentato, ma per ora mi piace. Non è il classico poliziotto rompi*** che agisce come gli pare e più incline a consultare i suoi superiori e a collaborare con i suoi colleghi. Accanto a loro, fino ad ora un po' in disparte ma mi ha incuriosita molto è l'immancabile hacker, che non ricordo come si chiama.
Ah! Se siete amanti dell'azione, ci sono numerosi corpo a corpo, veramente tanti se paragonati a serie simili ma non così tanti da annoiare quelli meno appassionati.

Insomma, come debutto è molto buono, adesso inizia la prova più difficile, tenere alto il morale. Non resta che aspettare martedì!

Voto episodio 1 e 2:





sabato 9 gennaio 2016

IZombie - Season 1

Ogni tanto girovagando casualmente sui siti di streaming scopro qualche titolo che mi ispira e mi appassiono a qualche nuovo telefilm. In questo caso si tratta di un telefilm intitolato IZombie. Ho un debole per gli zombie, come potevo non provarlo?


Alla fine della prima stagione posso dire che per certi versi questa serie è molto originale, per certi altri è piuttosto scontata. Ancora una volta siamo di fronte a un prodotto preso in prestito da un fumetto (ultimamente è una mania). In questo caso il fumetto è IZombie di Chris Roberson e Michael Allred.

La protagonista è Liv, ossia Olivia Moore (Liv More...bel gioco di parole!), brillante studentessa di medicina, vita perfetta e ragazzo perfetto che sta per sposare. Contro ogni sua regola, Liv decide una sera di unirsi a una festa in barca.
Inaspettatamente la ragazza si risveglia in un sacco mortuario e recuperando le immagini della serata si rende conto di essere diventata una zombie.
La cosa che fa andare avanti il telefilm nonostante Liv sia una zombie è che lo zombismo è trattato come una "malattia" più che una morte vera e propria. Gli zombie infatti conservano le funzioni vitali come il battito cardiaco e il respiro sebbene estremamente rarefatti.
Ho apprezzato molto che nonostante gli zombie siano in tutto e per tutto simili agli umani, se non nell'aspetto fisico (bianchissimi) in quello caratteriale, ci sia comunque un richiama al vero zombie, quello più alla Romero. Liv, come tutti i suoi simili, capisce presto che se non mangia cervelli e se si arrabbia entra in "Modalità Zombie completa" ossia diventa uno zombie vero e proprio.



La ragazza, determinata come era prima della trasformazione riesce incredibilmente ad adattarsi alla sua nuova vita, anche se non senza rimpianti. Liv lascia il suo futuro marito e la scuola di medicina, nonostante rischi una rottura con la famiglia. Trova lavoro in obitorio dove riesce a procurarsi facilmente i cervelli senza sensi di colpa. Il suo capo Ravi, scopre, però, il suo piccolo segreto e anzichè denunciarla o avere paura di lei decide di studiarla, cercare le cause dello zombismo e cercare una cura in cambio dell'aiuto di Liv.

Qui subentra la parte allo stesso tempo interessante e noiosa della serie. Mangiando i cervelli Liv assume i tratti  caratteriali dei loro precedenti possessori e ne rielabora i ricordi sotto forma di visioni. Queste visioni la fanno diventare la partner del detective Babineaux e Liv inizia quindi a sdebitarsi con i suoi fornitori di cibo scoprendo chi li ha uccisi.
La parte a volte noiosa sta proprio nel fatto che, tolta la parte orrorifica, alcuni episodi, soprattutto i primi sono alla stregua di qualsiasi del milioni di telefilm polizieschi che popolano il piccolo schermo.
Ma davvero, quanti ce ne sono?

Fortunatamente, la serie dopo aver presentato i personaggi e dopo un iniziale ristagno di idee si riprende alla grande mettendo in gioco sempre nuovi elementi e sempre nuovi colpi di scena. Abbiamo un cattivo fantastico: Blaine, ossia lo zombie che ha trasformato Liv, e che tira su una macabra attività di macelleria per zombie, procurandosi i cervelli in modo non proprio lecito. C'è l'ex di Liv (ma è davvero ex?), Major, che inizia a fiutare qualcosa sugli zombie e su Blaine e decide di lanciarsi nella sua crociata personale, senza però comprendere contro cosa sta lottando.

Insomma, ad un certo punto la serie si rianima e mette sempre nuova carne al fuoco.

Parliamo quindi del cast: io lo ho trovato fantastico. Abbiamo Rose McIver che interpreta una fantastica Liv, compresi i suoi continui cambi caratteriali, ottima. Come coinquilina di Liv abbiamo Aly Michalka, che forse non vi dice nulla ma che ha già interpretato un ruolo da protagonista in Hellcats (serie televisiva sulla cheerleder) e che io trovo piuttosto brava sia come cantante che come attrice. Mi piace moltissimo anche la scelta di Rahul Kolhi come Ravi.

In conclusione se vi piacciono gli zombie, soprattutto se poco decomposti e belli come modelli, ma anche se vi piacciono gli zombie e basta, se vi piacciono le serie che tengono alta la suspance e sanno come mescolare per bene gli eventi, IZombie fa per voi.

Voto:



domenica 4 ottobre 2015

Serialmente: 2 Broke Girls

Buona domenica a tutti!
Per alleviare lo stress faccio cose stupide solitamente, come iniziare serie tv poco impegnative o leggere libri poco impegnativi.
In questo periodo ho deciso di iniziare a guardare la serie tv 2 Broke Girls, di cui ho sentito parlare bene e che tutto sommato mi ispirava, soprattutto perchè è una serie comica. Ne ho vista circa metà della prima stagione, credo che ormai quella la finirò, ma basta.


Non so di preciso come vogliano rendere Broke in italiano, io lo ho tradotto come: 2 ragazze fallite.
La storia è quella di un'amicizia molto particolare fra due ragazze diversissime. Max è una ragazza povera di Brooklyn che tira avanti facendo la cameriera in una tavola calda e la baby sitter per una riccona dei quartieri alti (i cui figli sono Brad e Angelina), Caroline è una ragazza ricchissima che si ritrova improvvisamente senza niente a causa di una frode perpetrata da suo padre che viene alla luce.
Caroline trova lavoro nella stessa tavola calda di Max, che, impietosita, decide di portarsela a casa. Ha inizio così una convivenza assurda e spassosa. Le due ragazze non sono solo di estrazione sociale diversa, ma hanno anche dei caratteri del tutto opposti: Max in superficie è dura e scontrosa, non sorride mai e porta la maschera della ragazza povera così come la vedono gli stereotipi, ma noi capiamo che è una farsa e che è molto più fragile e profonda di quanto mostra. Caroline è una Barbie, non saprei come altro definirla. Bianchissima (come la definisce Max) e nonostante la bancarotta ancora piena di speranze e di sogni per il futuro. Lei vive su una nuvola rosa, eppure ha la forza di andare avanti e di realizzare quello che vuole.

Mi è piaciuta la serie? Devo dire che ha ottenuto la mia attenzione, ma non è così valida come credevo.

Pro:

  • Le due protagoniste sono estremamente interessanti e malgrado la facciata semplice, come nella maggior parte delle serie comiche, nascondono una psicologia profonda e sfaccettata che ce le rende subito amiche e che ci fa subito appassionare alla loro storia. Bei personaggi!
  • La storia è piuttosto originale e fornisce diversi spunti di riflessione. Inoltre è interessante osservare le cose da due punti di vista del genere: quello dei ricchi e quello dei poveri.
  • Fa in modo discreto il suo dovere di intrattenimento.
  • Le due attrici protagoniste. Io le ho trovate fantastiche, soprattutto Max, che oltre che brava incarna un tipo di bellezza che da tempo non si vedeva sullo schermo.
Contro:
  • La dose di volgarità è decisamente troppa. Max e Caroline non riescono a mettere due frasi in fila senza allusioni o riferimenti espliciti al sesso. Seriamente, non credo che riuscirete a tirare fuori dal telefilm un solo dialogo senza che ciò avvenga. Anzi, tutti in questo telefilm pensano sempre e solo al sesso. A me la comicità fatta di battute sessuali non piace: la trovo banalissima e volgare.
  • Alcune puntate sono più riuscite di altre. Alcune sono un po' insipide. Come sempre in questo tipo di telefilm si punta a tirare avanti finchè lo spettatore arriva alla saturazione per nausea. Scommetto ci proporranno almeno una decina di serie. Il problema è che poi ci si trascina fra idiozie assurde perchè alla lunga le idee si esauriscono. 
  • Ho trovato la serie pigra: le battute sono come già detto semplici e poco brillanti, niente di elaborato ma si punta a far ridere con il minimo sforzo, non ci sono picchi particolari di comicità o di profondità. Si trascina.
  • Tutti i pro sono rovinati da questa pigrizia insita nella serie.
In definitiva, 2 Broke Girls è un telefilm che intrattiene e che presenta una trama interessante che però è sviluppata all'insegna della battuta troppo facile e delle stupidaggini più inutili.
Peccato. 
Vedetelo solo se avete tempo da perdere: tipo se vi ricoverano in ospedale o siete costretti a letto con una vertebra rotta. Seriamente, ci sono una sacco di serie tv, film e libri migliori



giovedì 1 ottobre 2015

Consigli Letterari #1

Buongiorno!
L'estate è il periodo in cui normalmente leggo di più, ma purtroppo non quest'anno. Sono stata davvero presissima con tutte le novità cui già ho accennato e il tempo per leggere si è ridotto notevolmente.  Ciò nonostante i libri in casa mia sono aumentati...non ne ho comprati, devo essere fedele al mio tentativo di curarmi dallo shopping libroso. La maggior parte vengono da scambi tramite Bookmooch, altri da un'iniziativa della biblioteca che ha regalato libri vecchi e ceduto altri in cambio di libri nuovi.

Comunque, da quando ho abbandonato i miei soliti generi convenzionali (fantasy/horror) e sono andata in esplorazione le delusioni sono aumentate. Vi parlerò anche dei libri sconsigliati, ma oggi teniamoci su di morale con quelli consigliati!

Ecco i consigliati di quest'estate:

Annientamento di Jeff Vandermeer:
Questo è stato un po' il fenomeno letterario dell'anno e si avvicina molto ai miei gusti, così, cosa rara, avevo deciso di prenderlo in libreria. Il genere con cui è stato definito è il New Wired che si colloca fra il fantasy, la fantascienza e l'horror.

A parte che la copertina è bellissima e la Einaudi ha avuto la brillante trovata di stampare titolo e cose varie su una sovracopertina trasparente per non rovinare il disegno.
La storia è quella di una biologa che insieme a un'antropologa, una psichiatra e una geografa viene arruolata nella dodicesima spedizione nella misteriosa Area X. varcato il confine ci troviamo in un mondo che a me ricorda moltissimo i racconti di Lovecraft, dove l'orrore e il mistero sono dietro ogni angolo e affascinano con la loro ineffabilità. Vandermeer, come Lovecraft, dipinge i contorni di un orrore sottile che non viene mai palesato completamente e che proprio per questo stuzzica il lettore  che vuole capire a tutti i costi.
Il tutto è condito con una scrittura scorrevole e accattivante.
Io ve lo consiglio vivamente se siete interessati al genere.
L'unico neo che ho trovato a questo libro è il voler usare un narratore interno. la biologa, che narra in modo perfetto, ma usarlo quasi come un narratore esterno. In pratica la biologa si limita a comporre un diario scientifico da cui esulano quasi completamente le sue emozioni e le sfaccettature del suo carattere. Lo ho trovato un punto di vista poco personale. Ma nonostante tutto il libro merita moltissimo e lo consiglio.

Ritornati dalla Polvere di Ray Bradbury

Dopo aver letto Fahrenheit 451, che ho adorato, sono stata sorpresa di trovare questo libro di Bradbury che rappresenta un genere completamente diverso.
In Ritornati dalla polvere sono raccolti una serie di racconti riguardanti una famiglia particolarissima, composta dai personaggi più strampalati del mondo orrorifico: una mummia egizia vecchia di secoli, una ragazza che dorme sempre e attraverso i sogni impersona le vite altrui e viaggia per il mondo, un uomo con ali da uccello, un vampiro e fra loro un normalissimo bambino umano che ha per compagni un ragno e un topo.
Le atmosfere sembrano un po' quelle della famiglia Addams.
Di volta in volta ci viene descritta la breve avventura di una dei membri della famiglia, sospesa fra l'onirico, il comico e con qualche perla di saggezza. Un libro che si legge in modo rapido, accompagnati dalla scrittura di Bradbury che è melodica e poetica come sempre.
Consigliatissimo se credete ancora nei sogni.

La casa degli spiriti di Isabel Allende

Avevo appena detto: "Non leggerò più una saga familiare" dopo essere riuscita a porre la parola fine a Uccelli di Rovo ed ecco che mi ci ritrovo.
La famiglia della Allende, però, è vivace e magica e sa affascinare. Così mi sono ritrovata incollata a questo libro e lo ho finito in tempi record.
La storia è quella della famiglia del Valle e dei Trueba.
Esteban Trueba si innamora di Rosa, la primogenita del Valle che viene però a mancare ed Esteban dopo aver fatto fortuna nelle miniere, decide infine di sposare la sorella di Rosa: Clara.
La ragazza è molto particolare, ha un forte potere medianico e non si cura di nasconderlo. Fra le bizzarie di Clara e l'amore e la rabbia di Esteban i due hanno un'esistenza travagliata, cosparsa di piccoli momenti sereni. Sono gli anni del socialismo, da cui i ricchi possidenti come Trueba (ormai senatore) si tengono alla larga. Ed ecco che Blanca Trueba, la figlia di Clara ed Esteban ha un rapporto clandestino proprio con un socialista e da lui ha una figlia: Alba, anch'essa pronta ad aderire al socialismo. A sconvolgere ulteriormente gli equilibri familiari subentra un colpo di stato, e come ogni colpo di stato, non esistono più senatori, buono o cattivi. Tutto precipita nel caos.
Questo è un libro che conquista, scritto benissimo, che sa trascinare il lettore come un fiume in piena. Ci si trova estremamente coinvolti nelle vicende di Clara, e in seguito della figlia e poi ancora della nipote tanto che la parole fine giunge quasi come un pugno.
La casa degli spiriti contiene moltissime  cose: è a metà fra un romanzo realistico e onirico, rispettivamente Esteban e Clara, ma è anche denuncia sociale e politica, benchè non venga mai detto in che paese si svolgono i fatti. La Allende usa il pretesto della saga familiare per guardare anche al di fuori delle mura domestiche in un'analisi della società puntuale e riconoscibile.
Consigliatissimo.










lunedì 21 settembre 2015

Visto in TV: Terapia d'Urto (2003)

Buongiorno!
Nonostante io non volessi una TV in casa, perchè in realtà sono cresciuta senza e così non ho proprio l'abitudine di guardarla e non è nemmeno che ci trovi tutte ste cose interessanti, nel nuovo appartamento la abbiamo. A casa mia c'era una sola TV che io e mia sorella potevamo vedere solo in vacanza, mai durante la scuola e alla fine, era regno di mio padre che la sera ci si addormentava davanti, quindi, non la guardavamo neppure l'estate.
Quando lo racconto ai miei amici sembra che mia madre ci abbia inflitto la più terribile delle punizioni, e invece noi non ce ne siamo nemmeno accorte da tanto che avevamo da fare. Io ho sviluppato una passione per la lettura e mia sorella per gli sport, poi c'era la cricca del nascondino in strada sotto casa mia e via dicendo.
Il mio ragazzo però aveva la sua TV e quindi la ha portata a casa (anche lui la accende e si addormenta...). Ogni tanto quindi mi faccio un giro di canali e solitamente me ne torno sconsolata al mio libro. Grazie al cielo, ci sono canali come MTV o quelli come LaEffe e RaiMovie che qualche film ogni tanto te lo fanno vedere. Urrà!

Qualche giorno fa hanno fatto un film con Jack Nicholson e Adam Sandler che non avevo mai sentito nominare: Terapia d'Urto. Potevo cambiare canale? Certo che no, io amo Nicholson e stimo Sandler sebbene non sia sempre nei miei film preferiti.



Adam Sandler interpreta Dave Buznik, un uomo d'affari che viene ingiustamente condannato per avere picchiato una hostess colpevole di avere ignorato le sue richieste. Dave viene obbligato a seguire 20 incontri di un programma per imparare a gestire la rabbia gestito da Jack Nicholson nei panni del Dr. Buddy Rydell, uno psichiatra psicopatico.

Al di là dei due attori, su cui non spendo nemmeno una parola, perchè credo che le loro carriere parlino da sole e godermi ancora una volta le espressioni di Nicholson che interpreta uno svitato è fantastico e si, eclissa abbastanza Adam, ma credo sia impossibile contenerlo!
Ho trovato questa pellicola un film senza troppe pretese che riesce a intrattenere a dovere il pubblico con momenti comici semplici ma non banali e con un fondo di riflessione che ho trovato piuttosto inedito. Dave, infatti, ci viene presentato fin da subito come un uomo mite e sottomesso che non avrà mai la promozione che merita perchè non alza mai la testa, che si fa sfruttare dal suo prossimo senza mai reagire. Che sia accusato di non saper gestire la rabbia è chiaramente uno sbaglio. Invece, quella che sembra una commedia degli equivoci si rivela essere una commedia si, ma con una riflessione di base. Come dice il Dr. Buddy, Dave è una di quelle persone che un giorno o l'altro esploderà e farà fuori qualche malcapitato. Perchè non è solo chi manifesta apertamente la propria rabbia che si rivela pericoloso per sè e per gli altri, ma anche chi non la manifesta affatto non riesce a vivere bene la propria vita. Questo film è quindi un viaggio alla scoperta del modo migliore di vivere la propria vita, affrontato attraverso una terapia che sembra assurda come il suo creatore. Insomma, è un film che sembra dirci: non ti far bloccare dalla paura, puoi essere e fare ciò che desideri.
Questo film fa davvero ridere, e lo fa con simpatia e un tipo di ironia fresca e semplice che difficilmente si trova nei film ultimamente.
Un film allo stesso divertente e riflessivo, con un cast degno di nota e un'ottima regia. Davvero un bel modo per passare una serata in casa.
Consigliato!


mercoledì 1 luglio 2015

Un mese di libri - parte 1

Buon giorno!

Come vi ho già detto, io adoro leggere, quindi vorrei condividere con voi le mie impressioni sui libri che leggo, magari qualcuno si trova ispirato!
Su Goodreads partecipo a qualche gruppo di lettura, trovo che le sfide proposte in questi gruppi mi permettano di spaziare nelle mie letture e di affrontare generi che non avrei mai preso in considerazione in altro modo.
Dividerò la cosa in più post per non scrivere cose chilometriche.

Il tema della mia sfida a Tema di questo mese era: SFIDA, e questo mi ha catapultata nel mondo della mia adoloscenza, con Il Magico Regno di Landover di Terry Brooks, autore che ho sempre amato moltissimo.

Trama: 
Ben Holiday è un avvocato di successo perseguitato dalla morte della moglie che adorava. Quando trova su un catalogo dei grandi magazzini l'annuncio di un regno da fiaba in vendita è scettico, ma la volontà di costruirsi una nuova vita è così forte che si butta.
Il regno da favola, Landover, esiste e necessita di un re, ma Ben scoprirà che è un mondo in rovina e che se vuole salvarlo dovrà rimboccarsi le maniche e affidarsi ai suoi strani alleati: una mago che non sa fare magie, due coboldi, un uomo tramutato in cane per metà, e una bellissima silfide.

Terry Brooks non si smentisce nemmeno questa volta e con la sua scrittura semplice e curata riesce ancora ad annullare la superficie del foglio di carta per trasportare il lettore dritto su Landover.
Questa è una cosa di Brooks che ho sempre adorato, il suo modo di scrivere immediato seppur curato che permette di dedicarsi interamente alla magia della lettura.
La trama si svolge fra prove da superare e soluzioni in linea con il fantasy più classico, in cui il predestinato ha sempre i mezzi per trovare le sue risposte e vincere le sue guerre. Da questo punto di vista niente di nuovo, eppure Brooks è sempre nuovo, credo che sia il modo in cui riesce a staccare il lettore dalla realtà e farlo vivere le sue mille avventure. Le sue trame rispettano sempre i canoni del fantasy più tipico ma ogni volta è come riscoprirlo da capo.

Voto: 

Poi ho letto un libro di Johanne Harris, altra scrittrice che a me piace tantissimo, e che ha una grande versatilità, passando da un genere all'altro senza problemi. Molti la conosceranno per il film Chocolat, con Johnny Depp, tratto da un suo libro omonimo.

Trama:

Juliette è una zingara e cresce fra circhi e teatri ambulanti. Sfrontata, intrisa di un sapere pagano e antico, poco incline a seguire le regole umane e testarda. Conosce Guy LeCorbau, un imbroglione vestito in indumenti e atteggiamenti signorili con cui intreccerà una storia d'amore e odio intensa. Juliette, conosciuta come "la donna alata" per il suo numero di acrobazie su una esile fune, un giorno sparisce dalle scene. Il romanzo prende il via da una Juliette più pacata sebbene non ancora sottomessa che si è unita a un convento di suore. A farle prendere questa decisione è la sua nuova condizione di mamma che cerca una nuova stabilità per la sua neonata. Fra le suore di Saint Marie la donna trova una nuova dimensione, ma non abbandona le vecchie abitudini. Dal convento Juliette racconta le sue avventure passate, finchè il passato non la verrà a cercare e con modi per niente rassicuranti.
Non so perchè ho preso questo romanzo, Non è nelle mie corde, ma credo sia la fiducia che nutro nelle capacità dell'autrice. Infatti, mi sono trovata a leggere distrattamente le prime pagine chiedendomi cosa ci fosse di interessante in una donna vinta dalla vita che si rifugia fra le suore. Mi sbagliavo moltissimo. Juliette non è affatto una vinta della vita, ha energie da vendere ed è ancora pronta a combattere, come dimostrerà di lì a poco. Il romanzo è corale, i capitoli sono raccontati in prima persona a volte da Juliette a volte da LeCorbeau, I personaggi, non solo i protagonisti, sono curati e sembrano vivere di vita propria, uno più interessante e coinvolgente dell'altro. Le Corbeau in particolare è estremamente affascinante, un uomo privo di qualsiasi scrupolo che non esita a sacrificare chiunque per arrivare dove deve e Juliette, forte come una tigre che si scaglia contro la sua gabbia fino a romperla e a riconquistare la sua libertà. Un romanzo magico, che sa come conquistare il lettore.

Voto:




Cambiamo genere e passiamo agli YA, i libri per giovani adulti che destano spesso qualche critica per la pessima scrittura o le banalità della trama, cui mi accodo. Non ho potuto, però, evitare di leggere Virals, il primo libro del genere scritto da Kathy Reichs (l'autrice che ha dato vita al telefilm Bones). Con al Reichs condivido quasi la professione e me ne sono subito appassionata, sebbene fra alti e bassi.

Trama:

Tory Brennan è una quattordicenne, nipote della celeberrima antropologa Temperance Brennan, che vive con il padre, Kit. a Charleston.
Con il suo "branco": Hiram, il buffone genio informatico, Ben, il belloccio misterioso, e Shetlon, il meccanico del gruppo, si trova a penetrare abusivamente nella struttura  di ricerca dove lavora il padre. Qui, in perfetto stile Peter Parker i ragazzi si infettano di un virus canino sperimentale e assumono dei nuovi superpoteri collegati alle capacità dei lupi.

In questo primo libro della serie, i ragazzi si trovano a fare i conti con il creatore del virus che li ha contagiati, che li sospetta di essere gli intrusi del laboratorio e con l'omicidio irrisolto di una ragazza che li rende vittime di una seria di sicari a pagamento.
Per salvarsi la vita i Virals devono fare i conti alla svelta con i loro nuovi poteri e venire a capo dei colpevoli dell'omicidio per neutralizzarli.

Il libro è uno YA, quindi non mi aspettavo moltissimo, ma è anche stato scritto da Kathy Reichs, quindi mi aspettavo comunque una lettura piacevole. Quest'ultimo punto è stato rispettato. La scrittura della Reichs, per quando si impegni non arriva mai alla banalità e all'inesattezza di certi YA.
Il punto negativo del libro credo sia stato il desidero di trasferire Temperance su Tory. Tory è una ragazzina di 14 anni, con spiccata curiosità scientifica, che ha letto tutti i libri della zia e che sa un sacco di cose che una quattordicenne non sa. Riconosce che lo scheletro che trova è femmina, lo scava come lo scaverebbe un archeologo addestrato e via dicendo. Si, fa anche la saputella come la zia. Pensando a me stessa a quattordici anni, la cosa sembra molto esagerata. In effetti, la Reichs stessa si rende conto che il bagaglio di conoscenze ed esperienza di Tory è esagerato per una ragazzina e cerca di sfumare qui e lì, ma non troppo bene.
Al di là di questa Temperance bambina e del prestito da Spiderman/Wolverine (ma del resto...non esistono superpoteri che non siano già stati scritti), il libro è scorrevole, ben scritto e coinvolgente. La trama è interessante e sensata, con un bel colpo di scena finale. Un thriller piacevole. C'è un tentativo della Reichs di uniformarsi agli YA cercando di trasformare Tory in una debuttante, ma dopo il primo ballo in società, è capitolo chiuso.
Da questo libro ho capito che: Kathy Reichs è troppo intelligente per riuscire a scrivere uno YA da manuale e si legge fra le righe, ma il risultato è del tutto sopra la media, credo proseguirò la serie.

Voto:



martedì 28 aprile 2015

Serie Tv - New Girl

Buongiorno!
Buone notizie..oggi vado a controllare per la mia connessione...speriamo in bene!

Oggi volevo parlare un po' con voi di serie tv. In particolare di una che ho appena finito di vedere: New Girl.
Da ragazzina non guardavo nessuna serie tv, un po' perchè non mi era permesso guardare la televisione il pomeriggio durante l'anno scolastico (all'epoca una maledizione, ma con il senno di poi, grazie mamma!!), un po' perchè ad un certo punto mi ci ero abituata e quindi preferivo leggere o scendere a giocare con gli altri ragazzi.
Mi sono persa cose come Dawson's Creek, OC, Streghe e compagnia.
Ultimamente sono stata conquistata anche io dalla mania per le serie tv, alcune mi catturano proprio, al punto di doverle assolutamente vedere tutte e subito (leggi: Elementary) altre le segue più sporadicamente con intervalli di pausa. La mia ignoranza in ambito serie tv, però, rimane e all'appello mancano cose come Lost, per capirci.
Se avete qualche bella serie da consigliarmi, sono qui!



Ma veniamo a New Girl. Non so perchè ho deciso di iniziare con questa, forse perchè all'inizio per me è stata una specie di folgorazione, anche se non è durata.
New Girl si inserisce nel filone di quelle serie comiche di cui fanno parte cose come The Big Bang Theory, How I met your mother o Scrubs (sebbene il paragone con Scrubs mi faccia un po' storcere il naso).
Nel caso di New Girl, ci troviamo in un appartamento di trentenni: tre ragazzi sono alla ricerca di un coinquilino con cui dividere le spese, quando si presenta Jessica Day (Zooey Deschanel, la sorella di Emily/Bones) e con il suo asso nella manica, le amiche modelle, viene accettata. Inizia una strampalata convivenza da studentato, in quella che però è una generazione ormai fuori dal percorso di studi.
L'unico occupato e con possibilità di carriera è Schmidt (Max Greenfield), Jess fa l'insegnante ma si trova a fare i conti con un licenziamento e con l'impossibilità di trovare un nuovo lavoro, Nick (Jake Johnson) fa il barista ma senza prospettive, con uno stipendio misero e perennemente in bolletta, Winston (Lamorne Morris) sogna grandi cose e poi ripiomba nella realtà delle possibilità molto finite.
Quella di New Girl, sotto sotto, è un'interessante analisi della situazione dei ragazzi appena usciti dalle università, con nessun soldo in tasca e prospettive lavorative da fare schifo, fra stage non pagati, contratti a progetto e via dicendo. Peccato che questo lato più serio si vada totalmente a perdere con il proseguire della serie per arrivare nell'idiozia pura.


La prima serie è divertente, ci sono ottime gag (alcune sono veramente belle), il telefilm non cerca di elevarsi al di sopra di ciò che è: un intrattenimento ben fatto ma senza altro scopo che divertire per quella mezz'ora. Si apprezzano i personaggi e le loro stranezze, persino Jessica e il suo mondo da fiaba risultano divertenti.
Il format degli episodi è semplice: i ragazzi vengono messi alle prese con qualche evento, che va da una matrimonio a una semplice uscita serale, le cose precipitano, si trovano soluzioni al limite dell'immaginabile e alla fine la loro amicizia vince su tutto.
La prima serie mi era proprio piaciuta. Poi i produttori hanno iniziato a calcare la mano e parecchio, finendo per regalarci una vera idiozia! Jess diventa talmente strampalata che anzichè far ridere fa raccapriccio, le gag sono demenziali e in generale si perde tutta la verve del telefilm. Ci sono degli episodi in cui vi sentite quasi offesi da quanto gli sceneggiatori pensano siate idioti. 

Sono fermamente convinta che gli americani ad un certo punto dovrebbero interrompere le serie, per quanto successo facciano, continuandono alla nausa, finiscono solo per annoiare lo spettatore e per esaurire le idee, rovinando quanto di buono era stato fatto.
New girl conferma questa regola in pieno. La comicità è bella, ma l'idiozia non è comicità.


lunedì 16 febbraio 2015

The prestige


Rieccomi, reduce dalla visione di The prestige con qualche commento a caldo.
The prestige è un film di Cristopher Nolan, uscito nelle sale italiane nel 2006.
La storia si svolge nell'affascinante mondo della magia e racconta la vita di due prestigiatori la cui rivalità non si ferma di fronte a nulla, fino all'inevitabile tragedia.
Adoro i film sull'illusionismo, adoro gli illusionisti e in effetti, quando posso me li vado a vedere volentieri.
Tuttavia, in questo film non ci sono molti numeri nel vero senso della parola, il mondo del palcoscenico è spesso eclissato dalle vicende dei due protagonisti. Ci sono trucchi semplici e anche grossolani, come quello della gabbia con la colomba. Ma ci può stare, il mondo dell'illusionismo non era che alle prime sperimentazioni e i maghi sono quasi secondi ai loro inventori di macchine.
Nonostante la mancanza di magia, la storia dei due nemici, interpretata dai bravissimi Christian Bale e Hugh Jackman (amo quest'uomo), spalleggiati dalla bella Scarlett Johansson affascina e porta il film a un livello più che ottimo.
Si tratta di uno di quei film che non lascia il tempo per annoiarsi o porsi troppe domande, gli eventi si susseguono in modo rapido, niente è ciò che sembra e ognuno si allea con chi gli fa più comodo in un gioco continuo di alleanze.
Il precario equilibrio fra i due prestigiatori, fatto di continue vendette, crolla definitivamente quando Bale, nel ruolo di Alfred Borden sperimenta un nuovo trucco e Jackman, come Robert Angier ricorrerà ad ogni mezzo pur di ottenere il segreto.



Il film è un Nolan di quelli tosti, con un ottimo cast, un'ottima regia e una trama che si salva nonostante io abbia odiato il finale.
Purtroppo, è un finale che ho trovato molto deludente, il classico finale da "non sappiamo che pesci pigliare, non ci viene in mente nulla per il colpo di scena e allora imbrogliamo", si perchè il finale mi ha ricordato molto i deux ex machina del teatro greco: a un certo punto la situazione diventa ingestibile e quindi si riporta in carreggiata rattoppando alla bell'è meglio. In questo caso, in un contesto del tutto reale e concreto Nolan va a parare nella pura fantascienza andando a ripescare niente meno che l'amico Tesla (interpretato da David Bowie) e le leggende a lui correlate. Un cambio di genere che stona e che fra l'altro è intuibile fin dalla comparsa di Tesla, perfino per chi non sa chi sia.

In quel momento ho sentito la buona cara Annie Wilkes gridare:

Se non avete letto Misery di S. King, fatelo!
Annie odia li escamotage irreali!
A difesa del film va detto che nonostante la caduta di stile finale -che diciamolo, si salva un po' quando viene svelato il segreto di Borden, questo si è un bel colpo di scena e aggiunge fascino alla storia- resta comunque un ottimo film. Incredibile! Come ci riesci, Nolan?

Voto: 8

lunedì 2 febbraio 2015

Gennaio 2014 in pillole: libri e film

Ben trovati!
Vorrei provare a creare una rubrica sul blog, ma non garantisco che sarà sempre costante, come ogni altra cosa del resto.
Il tema sarà, come da titolo, pillole del mese passato. In pratica sarà un breve riassunto di film, libri, telefilm e quanto altro che mi sia capitato durante il mese. Visto che leggo moltissimo, sarà soprattutto un modo per dirvi la mia sui libri letti, che non arrivo a recensire, ma anche sul resto.
Naturalmente, se la pensate come me, o se la pensate in modo diametralmente opposto, sarò lieta di leggere le vostre opinioni!

LIBRI
Nel mese di gennaio ho terminato ben 5 libri, cosa che non sarà possibile questo mese, visto che devo davvero scrivere la tesi.
Di Le parole segrete, di J. Harris vi ho già parlato qui. Il primo libro che ho terminato quest'anno ed è veramente bello! Un anno iniziato ottimamente.

Ho poi iniziato la trilogia delle Gemme di Kerstin Gier e non so se la concluderò. Per ora ho letto Red e sono rimasta parecchio delusa. La trama è molto interessante: a causa di un gene ereditario della famiglia della protagonista, alcune delle donne acquisiscono la capacità di viaggiare nel tempo, anche se mai troppo indietro rispetto al presente. Potevo aspettarmi la delusione, raramente queste saghe young adult mi appassionano. Lo schema è sempre il medesimo: protagonista nella media, a tratti amorfa con una migliore amica che fa anche quello che dovrebbe fare lei, una "nemica" che è perfetta, bellissima, intelligentissima, bravissima e per finire un ragazzo bellissimo che la nostra protagonista odia, ma non tanto da cascargli fra le braccia senza tanti complimenti.
Ciò che mi ha delusa di più, però, è che la Gier nemmeno prova a descrivere le epoche storiche in cui viaggiano i personaggi ed è un grandissimo controsenso visto il tema del libro. Questo è un grande punto a sfavore, perchè credo denoti una mancanza di voglia di documentarsi che avrebbe reso più completo e interessante il libro. L'idea di base è ottima, peccato per il risultato.

Voto: 6/10

Ho terminato poi I fantasmi dei Natali passati, ebook scritto a quattro mani da Federica Soprani e Vittoria Corella. Questo è il quarto e ultimo capitolo della saga Victorian Solstice, che ruota attorno alla società investigativa di Jericho e Jonas. L'ambientazione, come si intuisce, è la Londra vittoriana, e le imprese dei due richiamano in effetti Sherlock Holmes e il suo fido Watson, anche se in realtà, hanno ben poco del metodo deduttivo di questi e i casi si risolvono più per coincidenze che per un reale ragionamento. Le indagini che coinvolgono la J&J vanno sempre a toccare i quartieri più sordidi di Londra, così che quella che ci ritroviamo a leggere è la storia nascosta e criminosa della città, quella che solitamente si tace e si ignora, fatta di desideri abietti, prostitute e gentiluomini che si spogliano dei loro abiti per diventare crudeli seviziatori. Le due autrici hanno uno stile che conquista il lettore fin dalle prime pagine e i quattro capitoli, che sono molto brevi, hanno il pregio di saper appassionare. Bellissimo stile e trama carina.

Voto: 7,5/10

Dopo aver letto, l'anno scorso Guida Galattica per Autostoppisti, ed essermi subito appassionata, quest'anno ho proseguito la saga con Ristorante al Termine dell'Universo. Devo dire che non mi ha appassionata come il primo, sebbene ci siano anche in questo scene che fanno scoppiare a ridere e la parodia che Douglas Adams mette in scena è sempre acuta e ben congegnata. Nel complesso, non ho trovato il seguito brillante come il primo libro, ma lo stesso molto bello, abbastanza da spingermi a leggere anche il terzo capitolo.
Quello che più mi piace di questo libro è la capacità dell'autore di ridicolizzare ogni cosa senza scadere nell'infantile o nel banale e in secondo luogo l'immaginazione che gli permette di creare i mondi che descrive nei libri. Questa saga si avvicina molto alla serie Doctor Who secondo me.

Voto: 8/10

Infine, l'ultimo libro che ho letto e il più impegnativo è stato I giorni del potere di Colleen McCollough. Si tratta di un romanzo storico sulla Roma repubblicana. La mole è notevole, sono quasi 900 pagine e la lettura è a volte appesantita dalle divagazioni dell'autrice che ha compiuto un'impresa di documentazione titanica (Kerstin Gier impara!). Questo libro altro non è che il nostro buon vecchio libro di scuola delle superiori, con l'aggiunta però di personaggi a tutto tondo. Letta in quest'ottica la storia di Roma è incredibile. Ci si accorge di quanto personaggi come Caio Mario o Lucio Cornelio Silla fossero dei veri e propri eroi del loro tempo. Che dire, se non che avrei tanto voluto che mi avessero insegnato così la storia? Dare un volto e un carattere ai personaggi è una scelta vincente, il libro si legge come un vero romanzo, quando altro non è che un'ottima rielaborazione della realtà. L'autrice è fedelissima al mondo romano e ai suoi avvenimenti e si prende qualche libertà solo su cose secondarie.
Se siete appassionati di storia non potete farvi sfuggire questo libro!

Voto: 10/10

FILM

Questo mese sono andata al cinema ben due volte. Sono stupita e felice. Una volta andavo spessissimo al cinema, ma purtroppo, complici i costi e le pellicole non sempre eccellenti, da qualche tempo sono latitante e preferisco guardarmi un buon film in streaming. Questo mese, però, la programmazione prometteva bene. Avrei voluto vedere American Sniper, solo per la presenza del mio adorato Bradley Cooper, ma l'idea di un film su un cecchino americano girato da americani mi inquietava perchè prometteva di essere infarcita di moralismo distorti e patriottismi a svantaggio del nemico. Cosa che in molti mi hanno confermato.
Al cinema ci sono andata invece per vedere The Imitation Game, di cui ho già parlato qui, e poi Big Eyes di Tim Burton.
Mi ostino ad andare a vedere tutti i film di Tim Burton in memoria delle vecchie glorie ed è sempre più una delusione. Finalmente, i miei sforzi sono in parte ripagati.
Big Eyes sembra preannunciare una risalita del regista, quantomeno si discosta dagli ultimi film che sembrano fatti con lo stampino. Big Eyes è la vera storia di Margaret Keane, una pittrice nata nel 1927, resa famosa dai suoi particolarissimi quadri che hanno invariabilmente per soggetto bambini con gli occhi grandissimi.
La pittrice si trova vittima di un marito che la deruba della gloria e della fama che i suoi bambini vanno acquisendo e questo per anni e anni, finchè la donna non trova la forza di reagire e di tentare di riappropriarsi di quello che è suo.
Si tratta di una storia di sottomissione e di violenza psicologica, in cui però la forza di una donna convinta delle sue idee riesce finalmente ad emergere e toglie parte del dramma del film in virtu di una catarsi finale.
Amy Adams, nei panni di Margaret è strabiliante e del tutto convincente, da sola basterebbe a far salire il film di numerosi punti, accanto a lei ci sono, però, altri interpreti bravissimi seppure non la eguaglino mai. Tim Burton finalmente si tiene alla larga dai personaggi strampalati che se piacevano all'inizio, sono ormai diventati le brutte copie di se stessi e ci regala un film nuovo in cui si rivede il suo vecchio tocco, sebbene sia timido e non sempre presente.
Big Eyes è una favola, una favola adatta alla regia di Burton e con bravissimi interpreti. Non è un film che si colloca fra i migliori ma si difende bene e si guarda volentieri. Forse a tratti e un po' lento, ma stupisce che regali dei momenti di vera riflessione sul rispetto e sulla consapevolezza di sè, priva di clichè e buonismi. Incredibile!

Voto: 8/10

Vista la lunghezza del post, per ora mi fermo qui. Anche perchè non mi sono portata avanti con nessun telefilm, a causa dello studio. Spero di vedere il mese prossimo Birdman di cui mi hanno parlato benissimo e di proseguire con la serie Big Bang Theory.
Un bacio
Life

mercoledì 28 gennaio 2015

Reading Challenge 9: Le parole segrete

Buongiorno,
con Le parole segrete di Joanne Harris ho completato il nono punto della mia reading challenge, ossia quello di leggere un libro scritto da una donna. Una task abbastanza facile al giorno d'oggi.
Ho incontrato quest'autrice tempo fa, con il film Chocolat che mi era rimasto molto impresso, così il giorno che mi sono trovata sotto mano La scuola dei desideri della stessa autrice lo ho subito preso ed è diventato uno dei miei libri preferiti. Ora ho un altro paio di opere sue da leggere, fra cui figurava questo che ho recuperato tramite uno scambio su BookMooch. Quando ho iniziato a leggerlo, non avevo idea di cosa trattasse (degli autori che conosco non leggo mai le trame, compro libri a casaccio! Il primo sintomo di shopping compulsivo?) ed è stata con grande gioia che ho scoperto che Le parole segrete è ambientato fra i miti norreni che io adoro.



Maddy è una giovane ragazza molto particolare, ha una runa marchiata sul palmo della mano. Non una runa spezzata o fatta male, una runa completa e perfettamente disegnata. Questo la mette automaticamente fra le persone di cui non ci si può fidare e di cui sarebbe meglio liberarsi, come fanno a Fine del Mondo. Da piccola Maddy, osteggiata ed evitata da tutto il paese per il marchio, incontra uno strano uomo, chiamato il Guercio a cui in effetti manca un occhio. Il Guercio per sua fortuna, le insegna molto di quello che deve sapere sulla sua runa e su come si adoperano tutte le altre, così che la bambina impara piano piano ad usare la sua malia e a conoscere i grandi miti su Odino e gli altri Aesir, marchiati come lei, su Asgard e sulla sua caduta e sui Vanir. Ma cos'è che il Guercio non le dice? Insieme a un compagno tutt'altro che affidabile: Loki, Maddy scoprirà una serie di verità e per poco non vedrà il mondo precipitare preda di un nuovo Ragnarock. Il tutto condito da rune e antichi miti che prendono vita.

Un'antica profezia, riportata nell'Edda poetica è ciò che ha guidato la Harris nello scrivere questo libro. Essa dice che dopo Ragnarock, due gemelli figli di Thor ricostruiranno Asgard e il ciclo potrà ricominciare. Proprio da qui prende il via questo mito moderno che sa ricreare piuttosto bene le atmosfere di un tempo.
La scrittura della Harris è magica, racconta le cose in modo vivido e con poche parole riesce a tracciare un quadro perfetto di ciò che intende narrare. Stranamente, in questo libro i personaggi non sono così tridimensionali come negli altri, un po' perchè la maggior parte sono già molto conosciuti arrivando direttamente dai miti norreni e non necessitano quindi di grandi presentazioni. Quella che preferivo fosse tratteggiata meglio è la protagonista, Maddy, che spesso e volentieri si limita a fare da spettatrice a ciò che succede attorno a lei, salvo un paio di occasioni in cui fa la pensata giusta, per il resto se ne sta sprofondata nel suo mondo dei sogni. Avrei preferito fosse più sveglia e con un po' più di iniziativa, peccato, perchè è simpatica e per nulla stupida.

I libri con le mappe sono sempre i migliori!

Loki è il secondo grande protagonista della narrazione, del resto, chi non è innamorato di Loki? Si tratta senza dubbio del più interessante degli dei norreni ed è quello che scatena sempre gli eventi e che poi li risolve. Asgard sarebbe un mortorio senza di lui (e forse sarebbe ancora in piedi senza i suoi simpatici figlioletti).
L'intreccio è degno del miglior poema epico, con personaggi che si muovono secondo le proprie ambizioni, che imbrogliano, sfruttano gli altri e stringono alleanze in virtu di utilitarismi e non esitano a tradire amici e nemici. Gli scopi personali all'interno del libro sono davvero tanti e variegati, da chi desidera semplicemente sbarazzarsi di Loki, a chi vuole un potere supremo, a chi vuol contrastare un potere supremo, a chi (Loki) cerca mille espedienti per sopravvivere, e via dicendo. Da un tale caos di personaggi e azioni non può che nascere un racconto con un intreccio complesso e avvincente da dipanare lentamente pagina dopo pagina.
La Harris si è presa qualche licenza narrativa e qui e lì si discosta dall'Edda per far funzionare meglio il racconto, ma non così tanto da irritare gli appassionati.
Non è un libro che annoia, questo è certo, gli eventi si susseguono ai colpi di scena in modo fluido ma continuo ed è impossibile rimettere giù il libro una volta che è stato aperto. Ho trovato davvero piacevole immergermi ancora una volta fra questi personaggi di cui l'autrice è stata bravissima a cogliere e far rivivere i tratti salienti.
Un libro che se come me amate la mitologia norrena e il fantasy non potete perdervi (dopo American Gods, ovviamente)
So che ci sono anche dei seguiti, ma per ora non intendo leggerli, visto che questo libro si conclude in un modo che mi piace moltissimo. Forse più avanti, chissà.

Titolo: Le parole segrete (Runemarks)
Autrice: Joanne Harris
Pagine: 517


Voto: 8/10